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OPINIONI A CONFRONTO 11
anche il dispositivo di erogazione che funziona esclusivamente con il proprio prodotto. È pertanto possibile che lo stesso farmaco erogato con ina- latori diversi presenti differenti tipi di attività tera- peutica.
MELANI – Sono del tutto d’accordo. Esiste un altro problema che ci coinvolge direttamente par- lando di inalatori. Le autorità di controllo, come EMA ed AIFA, si occupano di comparare i differenti sistemi farmaco – device in termini di efficienza. Compete invece a noi sanitari di valutare l’usabilità dei devices da parte dei nostri pazienti, fattore che rappresenta un momento di fondamentale impor- tanza per quanto riguarda l’aderenza e la soddi- sfazione verso la terapia: tanto più semplice sarà l’impiego di un dispositivo, tanto più facilmente il soggetto sarà stimolato ad usarlo anche per lunghi periodi di tempo. Questo aspetto va tenuto pre- sente dai decisori e può essere valutato appropria- tamente solo con l’aiuto e l’esperienza di clinici e pazienti.
TOSCANA MEDICA – Due domande di caratte- re estremamente pratico: i nuovi farmaci inalatori hanno dei dispositivi di erogazione di facile impie- go? Ed ancora, il medico deve essere istruito in ma- niera appropriata per poterne spiegare al paziente il corretto funzionamento?
MARINAI – I devices sono talvolta oggettivamen- te complessi e richiedono tutti un coordinamento di diversi movimenti. La cosa può essere di difficile applicazione per pazienti anziani. Credo che nel- le valutazioni per la scelta di un farmaco il medi- co debba sempre tener conto anche del device di somministrazione.
BERTINI – Certamente il medico deve sapere come funziona il dispositivo erogatore del farmaco che prescrive, ricordando che la realtà dei grandi trials clinici della Letteratura è cosa ben diversa dal contatto quotidiano con i propri assistiti! È impor- tante che il paziente utilizzi il device PRIMA della
dimissione in modo da osservare come lo usa e po- ter apportare dei correttivi in caso di errato utilizzo o di difficoltà. Così facendo possiamo ulteriormen- te incidere sulla aderenza del paziente alle terapie prescritte.
COLETTA – Anche io concordo con il dottor Bertini e ricordo che verosimilmente un cinquantenne rie- sce ad eseguire in maniera più efficace la sequenza di atti che consente l’assunzione ottimale del far- maco rispetto a quanto possa fare una persona in età più avanzata: è proprio vero che la realtà del nostro lavoro quotidiano ben poco ha a che fare con quanto si legge sulle Riviste scientifiche!
RIZZELLO – Come in molte altre malattie anche nel caso della BPCO l’approccio alla cura differisce moltissimo da paziente a paziente. Importante è che il medico riesca a programmare un buon la- voro di follow-up per capire al meglio quale sia la reale aderenza alla terapia. In questo senso se i nuovi dispositivi inalatori riescono a migliorare la situazione, tanto di guadagnato!
MELANI – Gli erogatori di ultima concezione sono oggettivamente di più facile impiego rispetto a quelli di meno recente introduzione ed hanno il po- tenziale di poter essere meglio usati nella vita reale. Ridurre sempre di più il numero delle fasi di tecnica inalatoria potrebbe ridurre la frequenza degli er- rori critici. I sanitari naturalmente mantengono un ruolo essenziale per educare in modo regolare ed appropriato i propri pazienti al corretto uso degli inalatori prescritti. A mio avviso anche il produttore deve e spesso svolge una importante azione edu- cativa. In questa ottica la “grande azienda” ha una connotazione positiva ed è quella che garantisce una capillare informazione sui nuovi dispositivi a sanitari e, in seconda battuta, agli utilizzatori finali.
TOSCANA MEDICA – Si possono dare dei sug- gerimenti alla Regione per migliorare la gestione complessiva dei pazienti con BPCO?
Aderenza alla terapia in real-life: once daily vs twice daily
Obiettivo: valutare l’aderenza della terapia con ICS once daily vs twice daily.
Metodo: revisione delle prescrizioni di ICS in 1302 pazienti in un periodo di 6 anni.
K.E. Wells et al. / Ann Allergy Asthma Immunol 111 (2013) 216-220
Risultati: la mono-somministrazione ha determinato un incremento di aderenza del 20% rispetto alla doppia somministrazione giornaliera indipendentemente dal sesso, razza, età e grado di severità della malattia.
Toscana Medica 3|2015


































































































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