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46 RICERCA E CLINICA
CRISTINA LADDAGA, ROSARIA LANZISERA1, SILIANA CAPRAI2, ELENA FICILI2, SERENA FIUMICELLI2, PATRIZIA LUPI2, ANNA PIA SCERMINO2
Toscana Medica 3|2015
Protesi totale d’anca per via anteriore
Continuità ospedale-territorio e percorso riabilitativo
Cristina Laddaga, laureata in Medicina nel 1993
c/o l’Università di Pisa, specializzata in Medicina Fisica e Riabilitazione
nel 1997 e in Idrologia Medica nel 2002. Dirigente Medico dell’ASL 6 di Livorno
dal 2000 al 2003 e dell’ASL 5 di Pisa dal 2003 ad oggi, è Direttore del Dipartimento di Riabilitazione della stessa Azienda USL dall’ottobre del 2014.
Sebbene nota fin dal 1800, la via d’accesso anteriore è stata poco usata perché più difficol- tosa rispetto alle più comuni via laterale e via postero-laterale: infatti, pur permettendo la vi- sualizzazione dell’articolazione con il semplice spostamento dei muscoli, non consente estese cicatrici e un’ampia esposizione del campo chi- rurgico.
Negli ultimi anni, tuttavia, strumentari speci- fici e protesi più piccole impiantabili con incisio- ni ridotte hanno riacceso l’interesse per questa via, grazie alla quale le perdite ematiche sono limitate, con minor ricorso a trasfusioni e minor rischio di trombosi venose, e sono diminuiti do- lore post-operatorio e lunghezza della cicatrice cutanea.
Assenza di zoppia, ridotta incidenza di lus- sazione e rapida concessione del carico rappre- sentano indubbi vantaggi per il percorso riabili-
Tabella 1
tativo, con un più rapido recupero del paziente. L’U.O. di Ortopedia dell’Ospedale “Lotti” di Pontedera utilizza questa via d’accesso dal 2011 e il Dipartimento di Riabilitazione dell’Asl 5 è stato chiamato a definire un percorso riabilita- tivo garante della continuità ospedale-territorio, fondamentale per il recupero funzionale dopo
interventi d’elezione.
Infatti, l’assenza di tale continuità e la man-
canza di un “percorso certo” incidono nega- tivamente sulla durata del trattamento e sulla qualità percepita dal paziente, ma sono anche fra le cause del non raggiungimento di un buon risultato funzionale.
Di contro, alcune esperienze (fra le quali quella del nostro gruppo sul “percorso riabili- tativo per i pazienti operati di protesi totale di ginocchio”) testimoniano che la presa in carico del paziente già alla pre-ospedalizzazione chi-
Protocollo riabilitativo per la PTA per via d’accesso anteriore
FASE POST-CHIRURGICA
2^ giornata post-operatoria
1. valutazione ROM rispettando la soglia del dolore (la flessione può andare oltre 90°);
2. valutazione sensibilità;
3. valutazione reclutamento muscolare (mm. estensori, flessori, abduttori, adduttori, extra e intrarotatori) 4. facilitazione passaggi posturali con assistenza;
5. facilitazione stazione seduta;
6. facilitazione stazione eretta con appoggio anteriore e allineamento posturale;
7. cammino con deambulatore con 2 ruote e 2 puntali.
3^ giornata
8. esercizi da supino di flesso – estensione dell’AI in catena cinetica chiusa e di abduzione assistita in assenza di gravità;
9. contrazione isometrica dei mm. quadricipite e glutei;
10. esercizi di articolarità dell’anca anche oltre i 90° di flessione;
11. trasferimento del carico in stazione eretta nei limiti di tolleranza preservando l’estensione di anca (fino a 0°) e ginocchio; 12. deambulazione con antibrachiali e passo a tre tempi.
4^ giornata
Come 8-9-10-11-12
13. deambulazione con antibrachiali con passo a 4 tempi.
5^ giornata
Come 8-9-10-11-12-13 14. salita e discesa di scale.
Consigli alla dimissione:
• esercitazione al cammino
• educazione alla corretta gestione del post-operatorio:
ripetizione degli esercizi proposti in reparto
evitare di posizionare cuscini sotto il ginocchio per prevenire deformità in flessione dell’anca.
1 Dirigente Medico Specialista in Fisiatrica ASL 5 Pisa
2 Fisioterapista ASL 5 Pisa


































































































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