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8 OPINIONI A CONFRONTO
BERTINI – In linea purtroppo più teorica che pra- tica, il momento della gestione in emergenza del- la BPCO, sia a livello di intervento territoriale delle strutture del Sistema 118 che di Pronto Soccorso, potrebbe rappresentare un buon momento di sen- sibilizzazione dei pazienti (in questi momenti sicu- ramente più motivati) nei confronti dell’adozione di uno stile di vita quanto più possibile salutare e nel migliorare l’aderenza alla terapia di fondo per la BPCO.
COLETTA – L’aggettivo “expanded” che in Tosca- na si è voluto aggiungere alla definizione di Chro- nic Care Model sottolinea proprio la presa in carico da parte dei servizi sanitari anche delle attività di prevenzione e promozione di stili di vita corretti. Purtroppo è però esperienza comune che quasi sempre è più facile curare i pazienti prescrivendo terapie il più corrette possibile che mettere in atto strategie di prevenzione davvero efficaci!
Se tutti i medici di famiglia potessero dedicare una congrua parte del proprio tempo agli assisti- ti che realmente intendono provare a smettere di fumare e che si rivolgono ai Centri antifumo, si po- trebbero ottenere davvero dei grandi vantaggi in termini di salute a livello di popolazione
RIZZELLO – Certo i Centri antifumo per lavorare bene devono potere disporre di risorse sia umane che di struttura e purtroppo non sempre è così. Per diversi anni sono stato responsabile del Centro antifumo di Grosseto e ho poi lavorato in quello di Livorno, città nella quale sono arrivato come pneu- mologo interventista. Anche secondo la mia espe- rienza le risorse destinate ai Centri vanno sempre più a diminuire per cui la loro innegabile utilità vie- ne di molto limitata da scelte per lo più di carattere puramente economico.
GIUSTINI – Noi tendiamo a parlare sempre di pa- zienti anziani, però non dimentichiamoci che se si inizia a fumare a 14-16 anni, la BPCO può compa- rire anche a 40 anni. Per questo i Centri antifumo dovrebbero venire potenziati per fare in modo che soggetti fumatori di 20-25 anni seriamente inten- zionati a smettere possano trovare disponibilità adeguata in termini di accoglienza, professiona- lità e possibilità di adeguato follow-up. Il medico di medicina generale, in buona sostanza, non può
accettare che uno di questi suoi pazienti si senta proporre la prima visita al Centro antifumo a 6-8 mesi di distanza e che la stessa persona sia costret- ta a pagarsi di tasca propria i costosissimi farmaci che gli vengono prescritti.
TOSCANA MEDICA – Sembra pertanto di capire che ad oggi il sistema si preoccupa più di gestire adeguatamente la situazione urgente di riacutizza- zione della malattia che non piuttosto di affrontarla in termini di prevenzione sia primaria che secon- daria.
BERTINI – Effettivamente è così anche se il pazien- te che accede in DEA per la riacutizzazione della BPCO può trovare anche a questo livello (la Simeu Toscana ha oramai intrapreso da alcuni anni un percorso di formazione per i medici che operano in Pronto Soccorso) un’azione di counseling che, al momento della dimissione dalle strutture del Pron- to Soccorso e della Medicina d’Urgenza, segnala ai medici di famiglia e agli specialisti del settore, gli elementi utili al fine di controllare al meglio la malattia (abitudine al fumo, terapia di fondo, spi- rometria, riacutizzazioni, etc.). Questo tipo di in- tervento appare di particolare importanza nei sog- getti più giovani, ancora magari non ben consape- voli della propria condizione (in cui la rilevanza dei sintomi e la predisposizione alle riacutizzazioni si accompagna ad una ostruzione bronchiale di tipo moderato), che dopo l’accesso al Pronto Soccorso possono venire indirizzati in tempi brevi alle strut- ture specialistiche di riferimento.
MELANI – Sono d’accordo con il dottor Bertini, ma approfitto per ricordare che anche a livello mondiale la maggior parte dei costi della BPCO sono proprio legati alle sue riacutizzazioni che spesso richiedono l’accesso in DEA ed il ricovero in ospedale. La scarsa aderenza alla corretta terapia si associa ad aumento delle riacutizzazioni e, in ulti- ma analisi, ad un incremento dei costi della BPCO.
PAGGIARO – La individuazione dei pazienti che presentano riacutizzazioni importanti di BPCO che li portano al Pronto Soccorso e talora al ricovero ospedaliero, magari anche più di una volta in un anno, è cruciale, per poterli inserire in un piano di stretto monitoraggio da parte dello specialista
Il problema dell’aderenza
“Negli USA il 30-50 % degli adulti non segue adeguatamente le prescrizioni di farmaci a lungo termine, con un costo evitabile stimato in circa 100 mld di dollari/anno”.
“Massimizzare l’efficacia degli interventi, finalizzati ad aumentare la compliance, può avere un impatto di gran lunga maggiore sulla salute delle popolazioni di qualunque altro progresso terapeutico”.
“Nonostante l’ampia prevalenza del fenomeno e i costi correlati, la mancata aderenza alle prescrizioni farmacologiche non viene riconosciuta e adeguatamente trattata in una signi- ficativa percentuale di pazienti adulti in vari setting assistenziali”.
Toscana Medica 3|2015
Evidence 2013;5(7): e1000051

