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10 OPINIONI A CONFRONTO
PELLEGRINO – Oltre ad impiegare degli sche- mi di terapia assolutamente ragionati, come diceva la dott.ssa Prignano, ricordo che questi malati sono seguiti in maniera globale, dal mo- mento della raccolta anamnestica a quello della valutazione dell’efficacia delle cure, al momento dei vari step programmati per i follow-up. E que- sto è a maggior ragione vero quando si prescri- vono i farmaci biologici il cui impiego richiede una sorveglianza clinica e laboratoristica ancora più attenta. Non per niente l’efalizumab è stato ritirato dal commercio a causa dell’insorgenza di alcuni casi di leucoencefalite connessi al suo impiego.
PRIGNANO – Però l’efalizumab è stato ritirato dal commercio solo in Italia, mentre in altri Paesi europei e negli Stati Uniti viene ancora regolar- mente prescritto!
MUGNAI – Molti delle considerazioni che sono state fatte fino ad ora in tema di terapia spesso si ripercuotono a livello di medicina generale, soprattutto per quanto riguarda l’aderenza alle terapie in caso di importanti comorbilità asso- ciate alla psoriasi. Infatti spesso accade che i pazienti, nel periodo di relativo benessere, ten- dano ad abbandonare spontaneamente le cure prescritte e questo fenomeno viene conosciuto in particolare dai medici di medicina generale che sono i prescrittori di molti farmaci consiglia- ti dallo specialista. Il fenomeno dell’abbandono delle cure è relativamente evidente proprio nel caso della psoriasi, con i malati che sospendono motu proprio la terapia in caso di relativo, tem- poraneo miglioramento della sintomatologia a livello cutaneo.
PRIGNANO – Quello che ha detto ora il dottor Mugnai è profondamente vero. Lo psoriasico in- fatti generalmente ha una tendenza altissima ad
abbandonare le cure che non lo soddisfano dal punto di vista “estetico” in tempi brevi oppure che gli causano effetti collaterali più o meno ac- cettati. Non dimentichiamo che si tratta spesso di soggetti che hanno per anni seguito schemi di terapia diversi e più o meno efficaci e che in qualche maniera provano insofferenza verso tut- ti quei risultati clinici che non rispondono alle loro pur legittime aspettative. Non per niente è stato dimostrato che l’aderenza terapeutica nella psoriasi è molto più alta nei soggetti che ricevono farmaci biologici (i cui effetti terapeutici positivi si vedono nel giro di pochissimo tempo) rispetto ai pazienti che assumono farmaci per così dire “tradizionali”.
DINI – La questione dell’aderenza terapeutica molto risente anche del rapporto che il pazien- te riesce ad instaurare con il proprio curante. Lo psoriasico per lo più ha la necessità di rappor- tarsi sempre con lo stesso medico o la stessa équipe, da cui la necessità di potere disporre di ambulatori dedicati dove lavorano nei limiti del possibile sempre gli stessi specialisti, in stretta collaborazione con i medici di base.
DEI – In Toscana, per altro, da anni abbiamo attivato con la medicina di famiglia un approccio specifico nei confronti delle malattie croniche, la sanità di iniziativa, finalizzata a individuare pa- zienti con malattie croniche e seguirli attraverso un follow up continuo e periodico, effettuato dall’equipe medico infermieristica. Questo per- corso di cura consente così al medico di famiglia di tenere sotto stretto controllo il decorso clinico evitando riacutizzazioni ed evoluzioni peggiora- tive e all’infermiere di sostenere il malato verso stili di vita idonei, attenzione alla terapia, fino a diventare il primo curante di se stesso. Po- tremmo pensare di estendere, naturalmente in stretta collaborazione con la rete specialistica, la
Velocità di risposta dei pazienti arruolati nello studio FIXTURE (NEJM July 24, 2014) valutata come tempo necessario ad ottenere una risposta pari al 50% del punteggi PASI iniziale.
Toscana Medica 10|2015

