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12 OPINIONI A CONFRONTO
lore di 90 il che significa che la situazione dopo la cura migliora del 90% rispetto al periodo pre- cedente, superando quel valore di 75 che oggi viene considerato un risultato estremamente soddisfacente.
PRIGNANO – Un PASI 90 o addirittura 100 (il che significherebbe la scomparsa della malat- tia cutanea) sono al momento obiettivi ancora da identificare correttamente. Quello che già adesso si può affermare è che le possibilità di cura di cui oggi disponiamo si sono rivelate in grado di ridurre in maniera significativa alcune comorbilità connesse alla psoriasi. Certamente il traguardo PASI 90 o 100 rappresenta ad oggi una vera e propria sfida, in particolare quando si parla di molecole come le antiinterleuchina- 17 che all’efficacia contro la psoriasi uniscono anche un ruolo importante nella maggior parte delle malattie immunomediate.
GIORNI – Alcuni considerazioni di carattere economico, tenendo presente la questione fon- damentale della sostenibilità del sistema sanita- rio di fronte all’avanzare delle nuove molecole. Per quanto riguarda infliximab, i circa 9 milioni di Euro spesi in Toscana nel 2014 verranno ri- dotti della metà grazie al ricorso al biosimilare recentemente apparso sul mercato e lo stesso discorso può essere fatto per quanto riguarda il generico della ciclosporina. Purtroppo però an- che nella nostra Regione alcuni specialisti non si trovano d’accordo su questi shift farmacologici e tendono talvolta a coinvolgere i pazienti in vere e proprie manifestazioni di protesta. Una simile situazione, alla ricerca di soluzioni più o meno condivisibili, causa il coinvolgimento inevitabile della politica o della magistratura, finendo per privare i medici della loro fondamentale azione decisionale.
TOSCANA MEDICA – Tre domande in rapida successione. La prima: vale effettivamente la pena ricorrere ai nuovi farmaci perché, anche se costosi, funzionano meglio dei “vecchi”? La seconda: come si fa a definire con esattezza il loro reale target di impiego? Terza: quale è la valutazione dello shift verso i biosimilari/generici che anche per queste nuove molecole inizia a manifestarsi?
PELLEGRINO – Se il ricorso al biosimilare riesce a ridurre le spese, in linea di massima non vedo perché non si debba ricorrervi, seppure con qual- che riserva visto che, tanto per fare un esempio, il biosimilare di infliximab è stato tecnicamente studiato nell’artrite reumatoide e non nella pso- riasi. Per estrapolazione si potrebbe pensare che se funziona in un caso verosimilmente dovreb-
be funzionare anche nell’altro, però credo che in questo campo una minore approssimazione sarebbe veramente molto utile. Tra l’altro è lecito sospettare che i pazienti che assumono da anni la molecola originale potrebbero non trarre lo stesso beneficio clinico da quella biosimilare o generica, problema che ovviamente non sussiste in quei soggetti che devono iniziare ex novo una terapia con queste classi di farmaci.
PRIGNANO – Pur comprendendo le esigenze di contenimento dei costi, anche io non mi sento in tutta sincerità completamente serena doven- do prescrivere il bioequivalente. In questo senso facendo parte di un gruppo di studio internazio- nale che si occupa tra l’altro di queste tematiche, sottopongo i miei pazienti ad uno stretto moni- toraggio sia clinico che laboratoristico, ad esem- pio dosando nel tempo gli anticorpi antifarmaco nei soggetti che assumono farmaci biologici e bioequivalenti.
Credo pertanto che ulteriori sperimentazioni in questo settore siano davvero indispensabili.
GIORNI – Tra l’altro qualche perplessità, par- lando di efficacia dei biosimilari rispetto agli originali, potrebbe derivare anche dalla consi- derazione che i differenti lotti di una medesima molecola potrebbero non essere perfettamente sovrapponibili.
MUGELLI – Per spezzare una lancia a favore dei biosimilari, ricordo che queste molecole prima dell’immissione in commercio seguono un per- corso ben codificato che si chiama Comparabi- lity Exercise (Figura 1) che valuta tra l’altro l’im- munogenicità della molecola in esame. Personal- mente credo che un biosimilare che abbia avuto il via libera dalle autorità di controllo nazionali ed internazionali debba essere considerato asso- lutamente sovrapponibile all’originale.
GIORNI – Alcune considerazioni. Appare sem- pre più indispensabile identificare gli ambiti ed i mezzi con i quali trovare le risorse per le nuove molecole. In questo senso credo che anche le industrie farmaceutiche, che pure sono enti alla ricerca di un profitto e non certo istituzioni di carità, debbano fare qualche sforzo per rivedere complessivamente il sistema delle coperture bre- vettuali che consentono loro, oltre che di guada- gnare, anche di rientrare dalle spese sostenute dallo studio, produzione ed immissione in com- mercio di un determinato prodotto.
Un’altra considerazione riguarda i rapporti dei medici con i propri pazienti, visto che oggi appare poco sostenibile l’idea che un malato debba necessariamente essere “accontentato” e continuare ad usare un certo farmaco di proprio
Farmaci Biotecnologici utilizzati nel trattamento della psoriasi a placche e loro bersaglio molecolare
infliximab, etanercept, adalimumab
Anti TNF
ustekinumab
Anti IL 12/23
secukinumab
Anti IL 17 (approvato da EMA, non ancora in commercio in Italia)
Toscana Medica 10|2015


































































































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