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OPINIONI A CONFRONTO 11
sanità di iniziativa anche alla malattia psoriasica.
TOSCANA MEDICA – Affrontiamo il tema del- la sostenibilità delle cure. I soggetti che hanno forme gravi di psoriasi e che quindi necessitano di cure a base di ciclosporina, acitretina o meto- trexate che percentuale rappresentano all’inter- no di quei 2.500.000 psoriasici contati in Italia dei quali parlavamo all’inizio della nostra discus- sione?
PELLEGRINO – La percentuale si attesta intor- no al 10% di pazienti che necessitano di tera- pie con farmaci biologici e di un altro 10% che richiede farmaci tradizionali per via sistemica. Ovviamente il criterio di qualsiasi scelta terapeu- tica è la gravità del quadro clinico complessivo di ogni singolo malato.
TOSCANA MEDICA – Anche la Regione Tosca- na ha prodotto degli algoritmi per la cura della psoriasi che in sostanza prevedono una progres- sione verso il farmaco biologico in relazione alla gravità del quadro clinico. Si tratta di una impo- stazione condivisibile?
PRIGNANO – In linea di massima si può dire che se un paziente risponde bene ad un farma- co “tradizionale” per via sistemica, è verosimile che ci si possa aspettare un lungo periodo senza alcuna necessità di dovere modificare la terapia.
Se invece in casi di maggiore gravità non si ha risposta soddisfacente all’impiego di acitre-
tina o metotrexate o ciclosporina (magari anche in associazione), il passaggio all’anti-TNF alfa o ad altri biologici appare inevitabile. Il ricorso al biologico è indicato anche in caso di comorbilità importanti che controindichino l’assunzione del- le molecole tradizionali adesso ricordate.
Non bisogna peraltro dimenticare che la ri- sposta terapeutica dei pazienti psoriasici è quan- to mai variabile, arrivando in alcuni casi allo switch verso un altro biologico dopo che quello di prima scelta si era rivelato scarsamente utile.
PELLEGRINO – Per quanto riguarda i farmaci di più moderna concezione quelli oggi disponi- bili sono etanercept ed adalimumab (entrambi con azione anti-TNF alfa) ed ustekinumab, mo- lecola in grado di bloccare l’interleuchina 12 e 23. Ulteriori farmaci dotati di azione simile, attivi in particolare contro l’interleuchina 17 (secuki- numab e ixekizumab), saranno presto disponibili sul mercato.
DINI – Un vantaggio enorme di tutti i farmaci adesso ricordati dal dottor Pellegrino è quello di potere venire somministrati per via sottocutanea e quindi di essere facilmente gestibili dal pazien- te stesso una volta adeguatamente formato. Esi- ste poi infliximab che necessita di somministra- zione endovenosa da effettuare in ospedale ma non in regime di ricovero.
MUGELLI – È auspicabile che le nuove opzioni terapeutiche possano innalzare il PASI fino al va-
Efficacia del trattamento con secukinumab (150 o 300 mg) in confronto a etanercept nello studio Fixture.
Nella figura viene mostrata la proporzione dei pazienti che raggiunge l’end-point prespecificato (IGA: valutazione globale dell’investigatore) ad ogni visita per 52 settimane.
Toscana Medica 10|2015


































































































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