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OPINIONI A CONFRONTO 11
rie sia monogeniche che poligeniche multifattoriali con effetti clinici spesso apprezzabili già dopo 48 ore dalla loro somministrazione. Risultati clinici ec- cellenti si ottengono, ad esempio, nei casi di gotta cronica destruente, nel morbo di Behcet oppure in pazienti con artrite reumatoide e diabete di tipo 2 che talvolta riescono persino a migliorare sensibil- mente il loro assetto glicemico.
TOSCANA MEDICA – Quali sono gli aspetti pra- tici dell’impiego dei farmaci biologici nelle forme autoinfiammatorie in termini ad esempio di reazio- ni avverse ed effetti collaterali? Ed ancora: il loro uso deve essere riservato allo specialista oppure esteso alla medicina generale?
MATUCCI CERINIC – I farmaci biologici rappre- sentano senza dubbio uno strumento di cura di grandissimo interesse nel campo delle malattie autoinfiammatorie anche se il criterio della loro scelta dovrebbe per lo più essere guidato dalla va- lutazione genetica di ogni singolo caso visto che in alcune situazioni potrebbe essere indicata una molecola ad azione anti - interleuchina 1 piut- tosto che 6 oppure anti-TNF. L’approfondimento diagnostico in altre parole permette di “costruire” una terapia il più personalizzata possibile, fattore di fondamentale importanza soprattutto in quei casi la cui evoluzione clinica potrebbe virare verso situazioni potenzialmente assai pericolose.
BIANCO – I farmaci biologici sono proteine (cito- chine o anticorpi) prodotte in modo tale da essere
il più possibile simile alle proteine umane e pos- siedono caratteristiche diverse dai comuni farmaci, legate a meccanismo d’azione, struttura chimica, metabolismo e immunogenicità; è pertanto ne- cessario nella valutazione delle reazioni avverse (ADR) ricorrere ad un approccio differente rispet- to agli altri farmaci che sono normalmente piccoli composti chimici (xenobiotici). È stata di recente proposta una nuova classificazione per gli effetti avversi da agenti biologici per meglio identificare e trattare i pazienti che vanno incontro a tali eventi.
Come accade per i farmaci tradizionali, il profilo di sicurezza delle proteine biologiche te- rapeutiche non è completamente conosciuto al momento dell’approvazione e richiede un attento monitoraggio post approvazione, con particolare attenzione agli eventi avversi legati alle reazio- ni di infusione o di iniezione, alla leucopenia e neutropenia e, per gli agenti immunomodulatori, agli effetti collaterali immunomediati che devono prevedere una stretta sorveglianza per le infezioni opportunistiche e i tumori. In questo senso sono utili i registri di monitoraggio che permettono di rilevare gli eventi avversi che si verificano, da mesi ad anni, dopo l’inizio del trattamento, considerato che questi farmaci sono spesso indicati in patolo- gie rare e quindi destinati ad un limitato numero di pazienti.
In considerazione del profilo rischio-beneficio non completamente definito, della forte variabilità individuale dei soggetti riceventi e dei pochi dati disponibili, è stata posta una maggiore attenzio- ne alla sicurezza di tali farmaci a livello nazionale.
Evidente e drammatica risposta ad inibitore del recettore della interleuchina 1 in paziente con gotta cronica tofacea, riconosciuta come malattia autoinfiammatoria multifattoriale dopo anni di terapia cortisonica e inefficaci terapie immuno- soppressive ed immunomodulanti.
Le immagini A e C sono state scattate subito prima della somministrazione dell’anti-interleuchina 1, mentre le immagini B e D qualche ora dopo.
Toscana Medica 9|2015


































































































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