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QUALITÀ E PROFESSIONE 45
Anna Finocchietti, Psicologa-psicoterapeuta. Didatta SITCC. Libero professionista a Firenze; attività di didattica, ricerca e collaborazioni presso la Scuola Cognitiva di Firenze. SITCC Società Italiana di Terapia Comportamentale e cognitiva.
ANNA FINOCCHIETTI
La Terapia Cognitivo-
Comportamentale nella
Sindrome Fibromialgica
Quale focus per un intervento?
La Sindrome Fibromialgica (SF) è una ma- lattia reumatica caratterizzata da un insieme di manifestazioni fisiche che procurano sofferenza a chi ne è affetto, pur in assenza di dati di la- boratorio (come esami ematici, radiografie ecc.) che mettano in evidenza specifiche anomalie. Ciò rende la malattia spesso di non facile dia- gnosi e procura alla persona che ne soffre senti- menti di inaiutabilità e incomprensione da parte di familiari e medici.
La sintomatologia prevalente, sulla cui base dagli Anni Novanta (Wolfe et all.,1990) viene effettuata dai reumatologi la diagnosi, è costi- tuita da dolore muscolare cronico diffuso insie- me a rigidità, ma molti altri sono i sintomi che si associano al dolore e che possono variare da individuo a individuo: disturbi del sonno, alte- razioni cognitive quali attenzione e concentra- zione, cefalea, parestesie, stanchezza cronica, disturbi gastro-intestinali. Inoltre diversi studi hanno rilevato una maggiore sintomatologia ansiosa e depressiva nei pazienti affetti da sin- drome fibromialgica rispetto alla popolazione generale; tali sintomi sarebbero tali da mante- nere ed alimentare la sintomatologia dolorosa, con conseguenti ricadute sulla qualità della vita dei fibromialgici.
Per comprendere quanto il dolore può com- promettere la qualità della vita nella Sindrome Fibromialgica, ricordo che recentemente il dolo- re fibromialgico è tra i dolori cronici per i quali è prevista la prescrizione di cannabis.
Le cause che intervengono nell’insorgere della malattia sono molteplici, così come quelle che la mantengono (Il modello di riferimento è quello biopsicosociale di Engel). Anche le cure quindi prevedono interventi sia a livello farma- cologico che non farmacologico (esercizi fisici, rilassamento, terapie psicologiche).
La ricerca ha evidenziato l’efficacia della Terapia Cognitivo-Comportamentale nel con- tribuire a migliorare molti aspetti connessi a questa patologia: il dolore riduce infatti la mo- bilità portando spesso all’evitamento di attività che possono, o si teme che possano, evocarlo
o peggiorarlo; inoltre l’intensità del dolore può allarmare, mettere in ansia, alimentare cre- denze negative sul dolore (catastrofizzazione, helplessness). La terapia cognitivo-comporta- mentale può pertanto essere efficace nel mo- dificare le credenze disfunzionali così come nel ridurre la sintomatologia ansioso-depressiva.
Gli studi che riportano dati di efficacia della Terapia Cognitivo-Comportamentale (TCC) nella sindrome fibromialgica hanno però protocolli di intervento molto eterogenei e difficilmente comparabili; al momento sembrano non es- serci protocolli di intervento mirati su specifici aspetti che caratterizzano il profilo cognitivo dei pazienti fibromialgici, ciò in larga parte sembra dovuto al fatto che le indagini sui profili psicolo- gici di questi pazienti si sono limitate ai disturbi psicologici presenti, come ansia e depressione, molto meno alle variabili cognitive in essi im- plicate.
Un gruppo di ricerca della Scuola Cognitiva di Firenze, partendo da questi dati, sta da alcu- ni anni lavorando alla definizione di un profilo cognitivo dei pazienti fibromialgici e sulla base di risultati preliminari sta iniziando esperienze di intervento terapeutico.
Un primo lavoro (Bonini S. et all.,2014) in cui 43 soggetti con fibromialgia sono stati mes- si a confronto con altrettanti soggetti sani, ha messo in evidenza maggiori livelli di ansia, ales- sitimia, credenze negative sul dolore e peggiore qualità della vita nei soggetti fibromialgici, in- sieme a punteggi più elevati nelle variabili rimu- ginio e bisogno di controllo.
Tra i dati a nostro avviso più interessanti c’è che la catastrofizzazione, insieme all’ansia di stato e di tratto, appaiono le variabili che mag- giormente hanno influito sulla qualità della vita. La catastrofizzazione inoltre è risultata mediare anche la relazione tra ansia di tratto e qualità della vita.
Un secondo lavoro (Ricci A., et all.,2014a e 2014b) si è principalmente focalizzato sul ruolo del rimuginio e della ruminazione rabbiosa nella sindrome fibromialgica.
Toscana Medica 9|2015

