Page 6 - Toscana Medica
P. 6
6 OPINIONI A CONFRONTO a cura di Simone Pancani
MARIA TERESA BIANCO1, ROLANDO CIMAZ2, FRANCESCO DE FEO3, MAURO GALEAZZI4, TERESA GIANI5, ARRIGO LOMBARDI6, MARCO MATUCCI CERINIC7, MARTA MOSCA8
Le febbri periodiche
e le malattie
autoinfiammatorie
L’importanza della diagnosi differenziale per una corretta identificazione del paziente con patologia rara
Maria Teresa Bianco
TOSCANA MEDICA – L’argomento della nostra discussione riguarda una manifestazione clinica, la febbre periodica o ricorrente, caratteristica di alcune condizioni che vengono modernamente definite malattie autoinfiammatorie. Quale è oggi il loro inquadramento eziopatogenetico e fisiopa- tologico?
GALEAZZI – Le malattie autoinfiammatorie rap- presentano un gruppo di condizioni morbose ad identificazione relativamente recente caratterizza- te da episodi infiammatori acuti potenzialmente a carico di qualsiasi organo e apparato. In questo senso, sono molto simili alle malattie autoimmuni sistemiche, con la differenza sostanziale che non si caratterizzano per la presenza di autoanticorpi o cellule T auto-reattive.
Le malattie autoinfiammatorie si distinguono poi in monogeniche o poligeniche o multifattoriali tra le quali rientrano il morbo di Behcet, l’artrite gottosa, l’artrite idiopatica giovanile sistemica e il morbo di Still dell’adulto. Per quanto riguarda, invece, le forme monogeniche, esse comprendo- no, tra l’altro, la febbre mediterranea familiare, la sindrome periodica legata al recettore del tumor necrosis factor (TRAPS), le criopirinopatie, la sin- drome di Blau e quella da iperproduzione di IgD. In tutte le malattie auto infiammatorie monogeni- che è possibile identificare una unica mutazione genetica che, attraverso meccanismi patogenetici complessi e variegati, conduce ad una produzione eccessiva di interleuchina-1.
Nelle forme poligeniche, invece, sebbene non sia stato identificato ancora alcun gene capace di indurre la malattia, è possibile identificare una predisposizione genica cui si aggiungono fattori esterni ambientali quale può essere, ad esempio, il fumo di sigaretta nel caso dei meccanismi di at- tivazione del processo infiammatorio che induce l’attivazione dell’artrite reumatoide nei soggetti geneticamente predisposti.
LOMBARDI – Con il termine “febbre periodica” o “ricorrente” si intende una condizione caratte-
rizzata dalla presenza di tre o più episodi febbrili che si presentano in un periodo di sei mesi e che si verificano ad almeno una settimana di distanza l’uno dall’altro.
Le febbri periodiche sono inquadrabili nel gruppo delle malattie auto infiammatorie. Que- ste ultime sono caratterizzate dalla presenza di infiammazione cronica o ricorrente, secondaria ad una abnorme attività dell’immunità innata e, diversamente dalle malattie autoimmuni, dall’as- senza di autoanticorpi e di cellule T auto-reattive e da una mancata associazione con HLA di classe Il.
Nella maggior parte dei casi, l’alterazione a carico dell’immunità innata evidenziata in queste malattie è secondaria ad una mutazione di geni che codificano proteine coinvolte nella regolazio- ne della risposta infiammatoria. Un aspetto mol- to interessante è rappresentato dal fatto che gli stessi meccanismi in grado di avviare e mantenere l’infiammazione in queste malattie siano in gioco anche in altre condizioni, talvolta anche molto co- muni, quali la gotta, l’artrite idiopatica giovanile sistemica, il morbo di StilI dell’adulto, la pericardi- te idiopatica recidivante, identificate come sindro- mi auto infiammatorie multifattoriali.
TOSCANA MEDICA – L’approccio genetico alla malattia sta oggi assumendo sempre più impor- tanza ed ogni giorno più diffusi diventano i kit, più o meno “fai da te”, per sapere se noi o la nostra prole svilupperemo in futuro determinate malattie. Ad oggi si può ragionevolmente stabilire se in un determinato soggetto si manifesterà prima o poi una malattia autoinfiammatoria?
GALEAZZI – In questo specifico settore, ad oggi, il criterio diagnostico più importante è ancora quello clinico, dove la valutazione delle manifesta- zioni cliniche è indispensabile nel capire se siamo di fronte a una malattia autoinfiammatoria e even- tualmente a quale. Sempre importante è valutare la presenza si segni e sintomi clinici inclusi tra i cri- teri diagnostici di queste patologie che consento- no di porre diagnosi anche in assenza di mutazioni
Rolando Cimaz
Francesco De Feo
Mauro Galeazzi
1 Farmacista Dirigente Azienda Ospedaliera Universitaria Senese (AOUS)
2 Direttore del Servizio di Reumatologia dell’AOU “Meyer” di Firenze
3 Pediatra di famiglia ASL 7 Siena
4 Ordinario di Reumatologia dell’Università di Siena
Toscana Medica 9|2015

