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OPINIONI A CONFRONTO 11
venendo a conoscenza di informazioni per lo più del tutto incontrollate che magnificano i più disparati benefici legati all’uso di queste sostanze. Il diffondersi di simili comportamen- ti dovrebbe essere il più possibile tenuto sotto controllo e contrastato.
MEDIATI – Ha ragione il dottor Maurri, i pe- ricoli legati a queste situazioni sono davvero molto preoccupanti, soprattutto se si pensa che esiste anche un reale rischio legato all’as- sunzione cronica di queste sostanze per uso te- rapeutico. Questi malati necessitano pertanto di un follow-up molto attento sia per la gestio- ne di potenziali effetti collaterali che per indi- viduare il prima possibile l’eventuale comparsa di abuso.
DI MARZO – Per necessaria chiarezza, vorrei però ricordare che stiamo adesso parlando di preparati più o meno artigianali, ben diversi dai veri farmaci disponibili anche in Italia per i quali esistono evidenze consolidate circa la loro bas- sa potenzialità di abuso.
AMATO – Già nel 2007 su “Lancet” venne pubblicato uno studio che con robuste eviden- ze epidemiologiche dimostrava che negli adole- scenti l’uso prolungato e ad alto dosaggio della marijuana si traduceva in un aumento significa- tivo di disturbi della sfera psicotico-paranoide. A questi dati, oggettivamente preoccupanti, se ne aggiungevano però altri che sottolineavano come le stesse sostanze agissero positivamente nel far perdere il peso ai soggetti obesi.
La sorveglianza dei pazienti prima ricordata è quindi davvero di fondamentale importanza, come anche dimostra la nostra esperienza: no- nostante abbiamo oggi a disposizione dei pro- dotti ben codificati di produzione industriale, alcuni pazienti continuano ancora a chiedere le preparazioni magistrali.
Il medico che prescrive questi farmaci, ol- tre a seguire attentamente i pazienti, dovrebbe potere disporre di dati attendibili della Lette- ratura che chiaramente riportino indicazioni e controindicazioni all’impiego, cosa che tra bre- ve dovrebbe succedere per quanto riguarda la gestione del dolore neuropatico.
TOSCANA MEDICA – Come farmacologici e clinici, cosa chiedete in termini di sicurezza agli specialisti dell’Istituto Chimico-farmaceutico Militare di Firenze che stanno predisponendo le preparazioni magistrali?
MEDIATI – Essendo di fondamentale impor- tanza dal punto di vista clinico sapere cosa noi stiano realmente somministrando ai nostri pa- zienti, vorrei prima di tutto una titolazione at- tendibile della concentrazione di THC. Ad oggi
purtroppo questo non sempre è possibile prin- cipalmente a causa della difficoltà di estrazione del THC dalle inflorescenze.
LAGHI PASINI – Altre questioni da ricordare sono le problematiche connesse alle modalità di conservazione di questi prodotti e, come già ricordato, l’eventuale presenza al loro interno di altre sostanze con potenzialità farmacologi- che non completamente conosciute.
DI MARZO – La sicurezza del preparato è im- prescindibile e pertanto si devono per quanto possibile evitare comportamenti come quel- li verificatisi negli Stati Uniti dove i genitori di molti bambini affetti da gravissime forme di epilessia hanno iniziato ad usare olii per via orale preparati con derivati della cannabis ar- ricchiti di cannabidiolo, osservando, accanto a risultati sostanzialmente positivi, in alcuni casi anche dei peggioramenti del quadro convulsivo dei piccoli pazienti. Studi recenti condotti nelle stesse classi di popolazione pediatrica hanno però dimostrato un buon risultato clinico con l’impiego del cannabidiolo da cannabis alta- mente purificato, e quindi privo di contamina- zioni con THC, al contrario di quanto succedeva nei già citati olii da cannabis di produzione per così dire “artigianale”.
TOSCANA MEDICA – Da esperti del settore ri- tenete che le attuali norme italiane sulla dispen- sazione della cannabis siano adeguate? Ed anco- ra, riterreste giusto chiedere ad AIFA un’esten- sione delle indicazioni del farmaco branded?
MEDIATI – Ad oggi la situazione nella nostra Regione è la seguente. Il Centro per la cura del dolore inizia la distribuzione del farmaco al pa- ziente provvedendo alla necessaria prescrizio- ne. Una volta che è stata individuata e raggiun- ta la dose ottimale, il soggetto viene affidato con un piano terapeutico trimestrale al medi- co di medicina generale che prende in carica l’attività di prescrizione, garantendo in questo modo un follow-up clinico della durata di al- meno tre mesi. Si tratta sostanzialmente di un buon sistema, anche se a mio parere i medici di base dovrebbero in linea generale godere di maggiore libertà di prescrizione di molti farma- ci a carico del Servizio sanitario regionale, com- preso appunto i derivati della cannabis.
MAURRI – Sono perfettamente d’accordo con il dottor Mediati e credo che i piani terapeuti- ci trimestrali rappresentino davvero un ottimo strumento di controllo nella gestione di questo tipo di terapie.
Riguardo la possibilità di allargare le indi- cazioni, rimango ad oggi perplesso proprio perchè le stesse indicazioni non sono poi così
Toscana Medica 8|2015


































































































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