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OPINIONI A CONFRONTO 7
Maria Pia Amato1 Vincenzo Di Marzo2 Franco Laghi Pasini3
Sandro Maurri4 Rocco Mediati5
1 Prof. Associato di Neurologia, Università di Firenze, responsabile del Centro SM , Neurologia 1, AOU Careggi,
2 Direttore dell’Istituto di Chimica biomolecolare del CNR di Napoli
3 Prof. Ordinario di Medicina Interna dell’Università di Siena
4 Medico di medicina generale a Firenze
5 Direttore della SOD Cure Palliative e Terapia del Dolore dell’AOU “Careggi” di Firenze
1 (CB1), accoppiati a proteina G e a 7 domini trans-membrana plasmatica.
Esiste poi un altro recettore per il THC, il recettore dei cannabinoidi di tipo 2 (CB2), che però è poco espresso a livello del Sistema Ner- voso Centrale. Questi due tipi di recettori, CB1 e CB2, negli anni Novanta del secolo scorso hanno rappresentato l’oggetto di moltissime ricerche sia farmacologiche che biochimiche che hanno condotto ad un rinnovato interesse per l’impiego a scopo terapeutico dei deriva- ti della cannabis. In particolare si è visto che nei mammiferi CB1 appare assai rappresentato non soltanto nel cervello (e questo spiega gli effetti psicotropi del THC) ma anche nei tessu- ti periferici, mentre CB2 è molto espresso nelle cellule della risposta immunitaria e solamente in pochi tipi di neuroni. I recettori CB1 e CB2 sono fisiologicamente attivati dagli endocan- nabinoidi, molecole endogene implicate sia nel controllo dei processi di rilascio dei neurotra- smettitori che nella regolazione della risposta immunitaria.
Tra i circa 70-80 cannabinoidi ad oggi iden- tificati, molecole cioè che hanno una struttura chimica simile a quella del THC presenti in dif- ferenti quantità nelle diverse varietà di cannabis del mercato illegale, l’unico in grado di attiva- re i recettori CB1 e CB2 è proprio il THC. Non per niente un cannabinoide molto abbondante in alcune varietà di cannabis, il cannabidiolo, non ha alcuna affinità per i recettori CB1 e CB2, dimostrando invece di possedere una spiccata attività antiinfiammatoria e di contrasto verso alcuni effetti psicotropi del THC.
TOSCANA MEDICA – Parlando di canna- bis, in linea di massima si pensa per lo più ai
suoi effetti euforizzanti ed ai danni provocati dall’eventuale abuso, tralasciandone invece gli importantissimi aspetti terapeutici. In estrema sintesi questi due aspetti sono legati a differen- ze specifiche nella “qualità” della cannabis o nei meccanismi di attivazione dei singoli recettori?
AMATO – Effettivamente i recettori sono mol- toimportantinell’attivazionedelsistemaendo- cannabinoide. Come già detto il CB1 è parti- colarmente rappresentato a livello del Sistema Nervoso sia centrale che periferico, soprattutto nella corteccia cerebrale, l’ippocampo, i nuclei della base, il cervelletto, i gangli e le radici dor- sali del midollo spinale.
Il recettore CB2 è invece maggiormente espresso soprattutto a livello del tessuto linfati- co. Queste caratteristiche fanno ben compren- dere quali possono essere le peculiari potenziali- tà terapeutiche del sistema endocannabinoide, vale a dire il loro effetto in campo neurologico ed immunologico. I recettori suddetti sono per- tanto implicati nei meccanismi di regolazione del sonno, della percezione degli stimoli dolo- rosi, dell’appetito e della nausea, del tono mu- scolare, della attività locomotoria, esplicando inoltre anche attività immunomodulante ed an- tiinfiammatoria. Nel campo delle cure trovano impiego, ad esempio, nella gestione della nau- sea indotta da chemioterapia (negli Stati Uniti), nel trattamento dell’anoressia o della cachessia nei soggetti con differenti quadri di immuno- deficienze acquisite, in Europa nella terapia del- la spasticità della sclerosi multipla, nella terapia del dolore cronico, nelle discinesie da levodopa nel morbo di Parkinson, nei disturbi extracoreici della corea di Huntington, nel controllo dei tic delle sindromi di Kosel e Gilles de la Tourette, in
Toscana Medica 8|2015

