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46 RICERCA E CLINICA
perché il neonato era già agitato durante la pro- cedura ed un dolore significativo era già in atto. Recentemente, è stata eseguita un’analisi comparativa di studi che analizzano il dolore causato dalla puntura del tallone e dal prelievo venoso, utilizzando lo stesso sistema di rilevazio- ne del dolore (scala PIPP). In assenza di analge- sia, tali procedure causano un dolore moderato- severo nel neonato e, tra i vari metodi analgesici utilizzati, gli interventi più efficaci sono stati l’u- tilizzo per os di glucosio al 30% o saccarosio al
24% e la stimolazione multisensoriale.
Le linee-guida scozzesi attribuiscono alla Sa- turazione Sensoriale un alto grado di affidabilità e la tecnica è già stata ampiamente approvata in ambito internazionale (Australia, Inghilterra e Francia). Recentemente, è entrata in uso anche in diversi Ospedali Italiani ed è ufficialmente in- serita nelle linee-guida della Società Italiana di
Neonatologia.
La Saturazione Sensoriale è una tecnica di fa- cile esecuzione non solo per i sanitari, ma anche per i genitori con poche e semplici istruzioni. La partecipazione dei genitori consente di so- stituire l’infermiere durante la procedura e so- prattutto permette a loro di svolgere un ruolo attivo nelle cure del loro bambino. Pertanto, la Saturazione Sensoriale dovrebbe essere prati- cata durante tutte le manovre assistenziali che abitualmente provocano dolore e discomfort nel neonato. Tale tecnica potrebbe essere di grande utilità anche nei reparti di Pediatria, modulata ovviamente sulla base dell’età dei bambini (ad esempio, mediante l’utilizzo di bolle di sapone o della musica, durante l’esecuzione dei prelievi ematici o altre procedure minori).
Info: cvbellieni@gmail.com
LEONARDO CORCOS
TM
Cenni di storia ed attualità delle recidive varicose alle giunzioni safeniche
Leonardo Corcos, specialista in Chirurgia Generale, Vascolare e d’Urgenza. Membro Fondatore della Società Italiana di Flebolinfologia (SIFL) Istituto di Ricerche Cliniche Prosperius. Firenze
La ricerca di risultati stabili dopo il tratta- mento delle varici degli arti inferiori, ha una lunga storia che, come è noto affonda le sue radici fino nella più lontana antichità, come ad esempio nel famoso Papiro di Ehbers (Egitto 2.550 a.C.). Abbiamo notizie di “chirurgia am- bulatoriale” dal Medico Latino Celso (100 d.C.), citato in molti trattati ove si descrive l’intervento per varici complicate bilaterali degli arti inferio- ri dell’Auriga Caio Mario. L’eroe viene operato in piedi ad uno degli arti inferiori, ma la totale assenza di anestesia in qualunque sua forma, è causa di dolore talmente intollerabile che il pa- ziente, fortunatamente guarito, sceglie di non essere sottoposto all’intervento arto controlate- rale e tenersi le varici. Nelle epoche successive sono riportati sporadici, elementari ed inefficaci tentativi di nuove forme di trattamento chirur- gico, che viene affrontato più seriamente in Eu- ropa intorno ai 150 anni fa.
Nel 1887 Trendelemburg propone l’inter- ruzione chirurgica “bassa” della vena grande safena prossimale al di sotto della giunzione safeno-femorale, ma dopo 4 anni comunica una percentuale di recidive del 22% e giudica
tale risultato “inaccettabile”. All’inizio del 20° secolo Mayo propone di associare la safenecto- mia riducendo la percentuale a meno del 20%. Nel 1916 Homans propone l’interruzione “alta” della giunzione safeno-femorale, scendendo a meno del 10% di recidive e presenta la nuova
Tabella 1 - Residui anatomici di 1.081 giunzioni safeno-fe- morali operate
N
%
Moncone safenico +/- collaterali
711
65.7
Accessoria anteriore
298
27.5
Tributarie non classificabili
290
26.8
Circonflessa iliaca superficiale
127
11.7
Epigastrica superficiale
96
8.8
Grande safena residua
95
8.7
Accessoria mediale
88
8.1
Pudenda esterna superficiale
44
4.0
Confluenza comune nella femorale
14
1.3
Confluenza indipendente nella femorale
7
0.6
Pudenda esterna profonda
4
0.3
Tributarie classificabili
52
4.8
Totale degli arti con residui anatomici
939
86.8
Circolo collaterale varicoso complesso
386
35.7
Neoangiogenesi sospettata
90
8.3
Neoangiogenesi accertata
5
0.4
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