Page 11 - Toscana Medica
P. 11
OPINIONI A CONFRONTO 11
di tali terapie. E sempre parlando di “diritto governato all’innovazione” come si può ac- cettare che per il momento, i nuovi farmaci per l’epatite C, che in gran parte dei casi sono in grado di eradicare la malattia, siano messi a disposizione solo di una quota di malati?
È pertanto veramente ammirevole l’impe- gno rigoroso dei colleghi oncologi nella ricer- ca dell’appropriatezza delle terapie oncologi- che perché, come da loro stessi riconosciuto, troppo spesso in passato si sono utilizzate ingenti risorse per terapie di scarsa o nulla ef- ficacia.
Ai MMG spetta il compito di collaborare con gli specialisti nella gestione di queste te- rapie innovative, di essere anch’essi rigorosi nella ricerca dell’appropriatezza in ogni loro attività terapeutica e diagnostica allo scopo di liberare risorse da destinare alle nuove costose terapie e infine è di loro pertinenza il compito di sviluppare e diffondere modalità di preven- zione primaria che resta l’arma più efficace nella lotta contro i tumori e cioè la messa in atto di stili e comportamenti di vita che ne impediscano lo sviluppo.
TOSCANA MEDICA – I diritti in Sanità de- vono per forza essere governati. Il tumore purtroppo ancora oggi continua a rappre- sentare nell’immaginario di molte persone il fallimento della Medicina moderna; non per niente per i medici è più facile entrare in rela- zione con un cardiopatico grave che con una signora con un piccolo nodulo al seno ancora da identificare correttamente. In Oncologia si possono adattare/ridurre le regole di speri- mentazione sull’uomo?
MAIO – Secondo me gli shortcuts in Onco- logia non sono assolutamente necessari e le sperimentazioni devono seguire il loro percor- so ormai ampiamente validato a livello inter- nazionale. Quello che però dobbiamo consi- derare è che oggi sono cambiate le modalità di fare ricerca clinica e che la velocità di com- parsa sul mercato di nuovi farmaci è incredi- bilmente aumentata. Per esempio un nuovo farmaco per la cura del cancro del polmone e del melanoma che a breve sarà disponibile anche in Italia ha iniziato la sperimentazione clinica soltanto nel 2012 e nel 2015 aveva già ricevuto l’autorizzazione dall’Agenzia re- golatoria statunitense. Fino a poco tempo fa questo percorso richiedeva almeno dieci anni, contro i tre attuali. Questa velocità è ovvia- mente legata all’efficacia dei nuovi prodotti, tale da potere permettere in alcuni casi l’in-
terruzione dello studio prima ancora dei tem- pi stabiliti al momento della sua concezione, scelta eticamente assolutamente condivisibile perché rende immediatamente disponibili per i pazienti le più recenti novità di cura.
AMUNNI – È chiaro che quando parliamo di Oncologia, qualsiasi ragionamento non può prescindere dal carico empatico che questo contesto porta con sé e dal fatto che tutto quello che può giocare su una strana variabi- lità di informazioni può diventare all’improv- viso esplosivo.
Personalmente uno dei concetti ai quali sono più legato è quello di rete oncologica, vale a dire il passo successivo al vecchio mo- dello organizzativo rappresentato dai singoli Istituti Oncologici. Quando in Toscana si iniziò a ragionare in termine di rete, ci dettero dei visionari ed oggi il Ministero della salute ela- bora linee guida per mettere in piedi questo modello e l’Europa ci coinvolge per studiare insieme quale sia la miglior strutturazione del- le reti in Oncologia.
Il messaggio che deve arrivare ai cittadini è che la rete serve per offrire prestazioni omo- genee, diagnostiche ed assistenziali, a livello di un determinato territorio quale potrebbe essere una Regione: il punto di forza di questa organizzazione è in fondo puntare sulla qua- lità coniungandola all’uniformità delle presta- zioni offerte.
Secondo me questo concetto non è anco- ra sufficientemente chiaro a livello di popo- lazione, la quale deve invece essere convinta che da qualunque parte acceda al sistema tro- verà sempre e dappertutto professionisti che parlano lo stesso linguaggio e condividono le medesime idee.
Ovviamente ai pazienti non può essere chiesto un atto di fede e l’omogeneità che an- che in Toscana così intensamente ricerchiamo deve essere supportata da numeri e dati che illustrino con precisione quello che facciamo e quello che potremmo migliorare.
Accanto a questo vorrei ricordare l’im- portanza enorme dei trials clinici che rappre- sentano un’opportunità eccezionale sia per i sistemi sanitari perchè abbattono i costi sia per i pazienti considerato che nel 90% dei casi anticipano i nuovi standard di cura ren- dendoli disponibili per chi realmente ne abbia necessità.
A mio modo di vedere questo è il mo- do per garantire la tranquillità ai cittadini e per limitare le spese legate agli interventi sanitari.
S O M M A R I O ToscanaMedica6|2016

