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OPINIONI A CONFRONTO 9
Dopo queste premesse credo che nel set- tore delle innovazioni nella cura dei tumori non si possa prescindere dal concetto di so- stenibilità, non solo economica ma anche organizzativa in senso generale. Senza niente volere togliere a concetti importanti come l’e- tica delle cure e l’autonomia decisionale dei medici, oggi non possiamo più permetterci di ignorarne altri come ad esempio il cosiddetto “diritto governato all’innovazione”. Secondo questo diritto se un’innovazione è realmente in grado di offrire benefici significativi nella cura di una determinata malattia, il sistema deve fare tutto il possibile per renderla dispo- nibile a che ne ha bisogno.
In questo senso io sono però convinto che si debba “comprare” anche a caro prezzo un nuovo farmaco davvero in grado di migliora- re drasticamente la prognosi della condizione neoplastica e non certo spendere tanti soldi in rimedi che magari riescono soltanto a fare guadagnare pochi giorni di vita ai malati.
Di fronte ad un nuovo strumento di cura con indicazioni notevolmente allargate, credo poi sia indispensabile cercare di individuare quali siano le classi di pazienti che realmente potrebbero trarre beneficio dalla sua assun- zione. Per raggiungere questo scopo è neces- sario lavorare con grandissimo impegno sulle attese di vita dei pazienti, la loro età, la tipolo- gia del tumore che vogliamo curare, eventuali storie pregresse di malattia, il ricorso a prece- denti schemi di cura e così via.
In Oncologia, forse più che in altri cam- pi della Medicina, appare sempre rilevante la condivisione di idee e di intenti tra tutti i pro- fessionisti coinvolti; non si possono dare mes- saggi diversi fra di loro perchè cosi facendo si finirebbe inevitabilmente per giocare al rialzo, alterando i rapporti che da sempre legano i medici ai propri pazienti.
A proposito di questi ultimi soggetti vor- rei brevemente affrontare una questione di estrema delicatezza. Bisogna avere il corag- gio di dire che anche i pazienti sono in fondo portatori di interessi e questo necessariamen- te si riflette sulla sostenibilità delle scelte che si devono fare in Oncologia e sulle modalità di reinvestimento dei soldi in questo modo risparmiati.
FALCONE – Concordo molto con Gianni Amunni che sia inevitabile che i costi legati alla cura dei tumori, anche farmacologica, siano destinati ad aumentare e che già oggi in oncologia vi é un elevato livello di appro- priatezza nell’utilizzo dei farmaci, ed in par-
ticolare dei farmaci ad alto costo. E quindi come garantire in futuro la sostenibilità delle cure? Certamente é necessario fare il mas- simo sforzo per identificare i sottogruppi di pazienti che effettivamente beneficiano del farmaco e non trattare inutilmente o con scarsi benefici gli altri e questo oggi é spesso possibile anche grazie ad esami molecolari. Ma questo non basta! Non sempre é facile o possibile identificare questi sottogruppi di pazienti, e comunque il costo delle terapie per il sistema sanitario rimane generalmente molto elevato. Bisogna allora assolutamen- te cercare di definire al meglio a da subito il “valore clinico” e non solo l’efficacia di una nuova cura e sulla base di questo “va- lore clinico” stabilirne il prezzo “giusto” e “sostenibile”. Questo purtroppo oggi non avviene, o avviene in maniera assolutamente insoddisfacente a livello degli organi deputa- ti all’immissione in commercio dei nuovi far- maci, quali l’FDA negli Stati Uniti d’America e l’EMA in Europa.
MAIO – La questione economica anche in Oncologia non può prescindere dalla valu- tazione dei risultati ottenuti. In questo senso bisogna riconoscere che negli ultimi 20 - 25 anni per quanto riguarda il cancro del polmo- ne, nonostante i molti farmaci comparsi sul mercato, l’aumento della sopravvivenza dei pazienti è stato del tutto marginale. Le cose stanno oggi cambiando molto rapidamente perché anche in Italia da qualche giorno è di- sponibile attraverso il SSN un nuovo farmaco immunoterapico (nivolumab) di indubbia ef- ficacia in particolare nella variante squamosa non a piccole cellule del cancro del polmone pretrattato. Si tratta di una molecola che ha dimostrato di essere in grado di raddoppia- re la sopravvivenza ad un anno, riducendo inoltre anche significativamente gli effetti indesiderati tipici del trattamento chemiote- rapico standard con docetaxel fino ad oggi impiegato. Il beneficio legato a questa nuo- va opzione di cura è stato tanto evidente che gli studi clinici che la riguardavano sono stati interrotti addirittura prima della conclusione per la dimostrata superiorità del trattamento immunoterapico rispetto alla chemioterapia!
Ovviamente a questo punto la questione economica torna ancora una volta alla ribalta ed è mandatorio fare una seria riflessione se sia più conveniente investire sul “nuovo” op- pure continuare a pagare ancora a costi note- volissimi “vecchi” farmaci che oggi appaiono decisamente superati.
S O M M A R I O ToscanaMedica6|2016


































































































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