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24 QUALITÀ E PROFESSIONE
sente di ricondurre la contingenza ad elementi macroscopici, e che favorisce la riaffermazione di quei concetti chiave che sono rappresentati dal desiderio, dal sogno, dal progetto, colloca- ti in un contesto spaziale e temporale di lungo corso e in definitiva assimilabili al concetto di eredità. Ma proprio questa eredità, che voglia- mo lasciare alle comunità che oggi si affacciano neonate all’universo socio-culturale-organizzati- vo, non può esimersi dalla considerazione della figura “uomo” come fine di quel cambiamento, all’interno di una concezione ampia di salute organizzativa, di salute della comunità, di bene comune, e quindi allontanandosi dal concetto di uomo come semplice mezzo ed esecutore. Ed è proprio di spazio e di tempo che la visione necessita per esprimere tutta la sua potenziali- tà, la sua creatività, la sua progettualità, ed è il progetto che prospetta il cambiamento futuro, poiché se ci affidiamo alle regolamentazioni e alle soluzioni espresse, create per risolvere solo intoppi temporanei, il risultato non può esse- re altro che l’intasamento e il blocco dell’inte- ro sistema. L’elemento chiave che può guidare il cammino verso la costruzione di una cultura del cambiamento è senza ombra di dubbio il sistema valoriale degli individui, della comunità, dell’organizzazione, ma sorgono alcune doman- de di non facile risposta quali: “i sistemi valoriali sono una sorta di dominio?”, “Qual è il valore della nostra organizzazione?”, “L’uomo di per sé è un valore?”. Se i valori sono improntati sulla base delle direttive organizzative e quindi diffusi
in senso verticale dall’azienda all’individuo, sen- za la possibilità di una concertazione e di una condivisione, viene a mancare la coincidenza tra valori organizzativi e comunitari, con il conse- guente sottosviluppo della progettualità e della creatività. D’altra parte invece se c’è condivisio- ne, senso di appartenenza, rispetto, integrità, lavoro e pensieri condivisi si avrà la costruzione di un bene comune, di un futuro che rientra a pieno titolo in una visione organizzativa orien- tata all’idea di libertà di cambiamento e all’idea di innovazione. Occorre partire dalla base soli- da delle direttive ministeriali, che descrivono il concetto di trasparenza suggerendo norme e regole comportamentali comuni, per sviluppare l’idea di trasparenza culturale che assume e in- carna un concetto di cambiamento psicologico ed emotivo nelle relazioni tra le persone, ovvero una vera e propria concertazione relazionale do- ve ognuno è portatore di competenza, creatività e tolleranza dell’altrui punto di vista. In tal mo- do il riferimento a progetti futuri, anche molto distanti da obiettivi immediati e dal contesto di pertinenza, non deve scoraggiare gli attori sociali delle comunità organizzative di oggi, al contrario deve nascere la consapevolezza che tutti i cambiamenti partono da un’idea e più questa è originale, ampia e condivisa più i risul- tati potranno essere favorevoli e soddisfacenti.
TM
Info: felicemarra@yahoo.it
go umanista
euta e formatore, Giusep- e dei problemi psicologi- rospettiva tracciata dalla acità di reazione creativa o della centralità del sog- analitico e ad una scelta
acia della relazione di aiu- a psicologia umanistica e go articolato su modalità el linguaggio; relazione di alle singole relazioni em- lunga esperienza terapeu- evante alla cura è dovuto uto che impegna tutte le te, spesso ancora sangui- dità dell’anima.
Giuseppe Tomai ha spe- maggiore entusiasmo, la ti imposte dall’attenzione gli altri (ricercatori smar- stessi, attraverso percorsi che integrano componen- nali, contenuti culturali e
ndotta attraverso un per- ionale imperniato su una peratore pubblico e tera- to un insieme di compo- he hanno caratterizzato il ri della mente. S’intende nati senza riserve nell’af- otti da una civiltà malata ile offrire alle vittime una
tata nella cura del disagio one genitoriale e del vuo- a malattia, all’isolamento all’angoscia, al panico e a ogiche che trasformano il condanna alla sofferenza. per chiunque abbia biso- i per le quali non vale la
uesti “4 passi sui sentieri no, più che di esaurire le rontate dai diversi prota- a vicenda della psicologia olare il lettore a conside- psicoterapia come un’op- erare equilibrio e quindi
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SALVATORE CESARIO
È la parola sentita che ci salva.
Sussurrata, urlata, celata in una metafora o esaltata in una poesia. Nella relazione di aiuto il terapeuta
Nel fugace, l’eterno
pen
deve saperla gestire con sapienza e generosità.
La parola sentita, che conforta, denuncia, diffida della retorica,
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rende la relazione di aiuto un contributo intimo e ristrutturante. La parola sentita è quindi decisiva
e sicolnlocraaclcveorntictei deelpl’iomepsegineodumi anistico
di chi vuole davvero rendere utile la propria esperienza donandolaDa cohinha tsmoarMritoaltaesurabussola interiore.
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GIUSEPPE TOMAI
4 PASSI
SUI SENTIERI DELLA MENTE
Appunti di viaggio intorno alla psicologia umanistica
ccasione per meditare
a psicoterapia come relazione di aiuto si pre- a non pochi equivoci. La legge della doman- rescente di una cura liberatoria da pensieri scianti - si spera miracolosa (anche se non si e nel carisma dei santi) - è sempre più pres- e, provocando la proliferazione di ogni sorta fferte taumaturgiche molte volte truffaldine. La omanzia ha infatti più seguaci della psicologia. osa sia davvero una psicoterapia efficace, hé suffragata da dati scientifici ed esperien- corretti. non è sempre facile da identificare. indi indispensabile sgomberare il campo da voci ricuperando l’essenza e la forma genuina a psicologia “seria” e della sua proposta umani-
corretta ed onesta.
iuseppe Tomai ha seguito questa strada con cazioni stimolanti, esempi suggestivi e ponde- considerazioni, frutto di una lunga esperienza “terreno dell’anima”, confortate dallo studio nto dell’evoluzione continua della psicologia erna, sempre meno elitaria e sempre più inte- a alle neuroscienze e allo sviluppo sociale. uesta agile pubblicazione si propone quin- ome un’occasione per ciascuno di noi, pur se nei alla conoscenza della dinamica della psi- gia, di cogliere anche soggettivamente l’oppor- tà di chiedere, se necessario, un supporto qua- ato ed efficace per il superamento delle nostre ibili angosce.
on esistono “umani” che non subiscano le sioni negative di una condizione globale fru- nte, perché fitta di negazioni e con una so- popolazione fatta di solitudini. Forse fino ad non ne abbiamo avvertito il peso e il rischio tenziale che è comunque incombente.
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della Croce Rossa Italiana (CRI) 1945-1956
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