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8 OPINIONI A CONFRONTO
prio lui a gestire nella quotidianità i pazienti, magari anziani e fragili che, oltre al tumore, hanno importanti polipatologie associate.
DI COSTANZO – La formazione su questi farmaci, alcuni dei quali ricordiamolo sono da poco disponibili in Europa, deve certamente avvenire ad ogni livello, coinvolgendo soprat- tutto i medici di base, considerato che la loro somministrazione avviene per lo più a livello di day hospital o ambulatoriale senza neces- sariamente il ricovero in ospedale. Per questo credo sia fondamentale che i medici di base conoscano gli eventuali effetti collaterali per intervenire direttamente al domicilio del pa- ziente. Tra gli eventi avversi ricordo la perdita dei capelli, il vomito, la diarrea e problemati- che a livello di funzionalità tiroidea, surrenali- ca ed ipofisiaria. Si tratta di un panel come si vede assai complesso e variegato che il medi- co di base può monitorare, con l‘aiuto magari di infermieri specificamente formati in questo senso, potendo tuttavia sempre contare sulla possibilità di contatto diretto con lo speciali- sta di riferimento.
TOSCANA MEDICA – Abbiamo sentito dunque che le molecole ad azione immnuno- terapica oncologica sono efficaci però molto costose. Prof.ssa Nuti, il MES è già in possesso di dati specifici di farmacoeconomia relativi a questi nuovi farmaci?
NUTI – La premessa alla domanda è che un sistema di rilevazione che intenda rispondere alle domande dei policy makers responsabili dell’amministrazione di un sistema sanitario, si proponga sempre di monitorare congiunta- mente tre fattori, ossia: la qualità delle cure, l’equità e la sostenibilità.
In linea di massima si può dire che questi nuovi farmaci biologici hanno avuto un peso sempre maggiore nei diversi percorsi assisten- ziali con il passare degli anni.
Di pari passo ci siamo resi conto che, a dif- ferenza per esempio di quanto accade nella cronicità, è oggettivamente difficile in questo ambito monitorare nel tempo congiuntamen- te i suddetti criteri di qualità delle cure, equità e sostenibilità .
Una prima difficoltà è rappresentata dal fatto che le singole Aziende ed i loro profes- sionisti non adottano criteri sovrapponibili per la gestione di questi nuovi farmaci, per cui i dati raccolti a livello regionale non sem- pre possono essere analizzati e confrontati in benchmarking.
Le stesse modalità di registrazione delle prestazioni erogate in campo oncologico dal- le singole Aziende sanitarie sono in parte dif- ferenti e non esiste in Toscana una sostanziale omogeneità.
L’ultimo problema è rappresentato dalla difficoltà di individuare e tracciare efficace- mente tutto il percorso di diagnosi e cura dei pazienti ai quali i nuovi farmaci vengono som- ministrati.
La consapevolezza di questa situazione di partenza ci ha portato ad organizzare specifici tavoli di confronto con le Aziende sanitarie, in cui sono stati invitati a partecipare i professio- nisti ed i responsabili della farmaceutica ospe- daliera per individuare dei metodi di confron- to adeguati e riproducibili. A fronte delle note problematiche economiche attuali, è necessa- rio infatti condividere congiuntamente quali debbano essere le priorità di spesa, ossia per quali patologie e per quali classi di pazienti sperimentare i nuovi farmaci. Si tratta, come ben si capisce, di questioni che devono esse- re gestite a livello di governance di sistema, con il coinvolgimento diretto dei professionisti che devono essere messi in grado di ricevere in tempi congrui il feedback delle nostre ana- lisi di farmacoeconomia, ossia spesa sostenu- ta per paziente, per facilitare il confronto tra costo e esito.
AMUNNI – Due osservazioni. La prima, ab- bastanza ovvia, riguarda il fatto che le spe- se legate ai farmaci usati in Oncologia sono fatalmente destinate ad aumentare e questo per svariate cause tra le quali l’aumento del- la vita media (il cancro spesso è condizione peculiare delle età più avanzate) e la croniciz- zazione oggi sempre più frequente della ma- lattia che permette di mantenere in vita anche per lunghi periodi di tempo malati che solo poche decine di anni fa erano inesorabilmen- te condannati.
La seconda osservazione: secondo me il controllo dell’appropriatezza in senso gene- rale in campo oncologico è avanti anni luce rispetto ad altri settori della Medicina. Gli oncologi ormai da tempo hanno costruito linee guida e protocolli, hanno introdotto la misurazione dei risultati basata sui criteri stringenti quali la progressione di malattia, la sua stazionarietà o remissione ai quali tutti devono obbligatoriamente attenersi. Non ul- timo la maggior parte dei nuovi farmaci usati in Oncologia sono soggetti al Registro AIFA, a garanzia del loro impiego in condizioni di massima appropriatezza possibile.
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