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OPINIONI A CONFRONTO 9
Alberto Bosi, Direttore della SODc Ematologia dell’AOU Careggi di Firenze.
Romano Danesi, Ordinario di Farmacologia dell’Università di Pisa.
Mario Petrini,
Direttore dell’Ematologia di Pisa.
In caso di pazienti anziani con LLC stabile nei quali non sia poi così importante ricercare a tutti i costi una lunghissima pausa libera da malattia, si può ancora utilizzare il “vecchio” clorambucile in associazione con rituximab.
TOSCANA MEDICA – I farmaci di più re- cente introduzione nella terapia della LLC in che cosa sono realmente innovativi rispetto a quelli già da tempo presenti sul mercato?
DANESI – I nuovi farmaci per la cura della LLC sono nati sulla scorta delle ricerche che hanno identificato i bersagli molecolari di malattia contro i quali indirizzarli.
In particolare, notevole interesse è stato riser- vato ai meccanismi di differenziazione e pro- liferazione dei linfociti B, processi nei quali è attiva la cosiddetta Bruton kinase, una tirosin- chinasi intracellulare coinvolta nella prolifera- zione linfocitaria. La sua inibizione permette di controllare il fenomeno di espansione del clone neoplastico. Questo risultato può oggi essere ottenuto con l’impiego di una nuova molecola, ibrutinib, da assumere per via ora- le con vantaggi sulla compliance dei pazienti, come già detto per lo più anziani, e che non necessita di accesso in ospedale per le sommi- nistrazioni. L’assunzione continua per via orale e non a cicli, come spesso accade nelle tera- pie antineoplastiche tradizionali, consente poi un’azione continua sul bersaglio molecolare con vantaggi dal punto di vista farmacologico.
Ibrutinib viene principalmente metabolizzato a livello epatico per cui attenzione deve esse- re riservata alla contemporanea assunzione di farmaci potenzialmente attivi sul metaboli- smo del fegato, come ad esempio gli inibitori del CYP3A4, che potrebbero causarne una ri- duzione della tollerabilità con effetti negativi sulla continuità del trattamento e l’attività terapeutica.
TOSCANA MEDICA – La maggiore maneg- gevolezza di ibrutinib potrebbe estenderne l’impiego anche in quei soggetti nei quali gli schemi di terapia attualmente disponibili non appaiono sempre e comunque consigliati?
BOCCHIA – In linea di massima si può certa- mente affermare che la chemioterapia è grava- ta da una maggiore tossicità, anche se per i far- maci prima ricordati dal prof. Petrini sono state studiate delle formulazioni orali, meno tossiche e ovviamente più maneggevoli. È evidente che una molecola appositamente studiata per col- pire un determinato bersaglio intracellulare è meno tossica di una ad azione sistemica, però questo non vuole dire che i nuovi farmaci siano del tutto sicuri e privi di potenziali effetti colla- terali. Il loro impiego deve essere sempre atten- tamente monitorato anche in quei pazienti a prognosi sfavorevole come quelli portatori della alterazione genetica a livello del cromosoma 17 prima ricordata dal prof. Bosi.
Epidemiologia della Leucemia Linfatica Cronica
4,5 casi per 100.000 abitanti
Incidenza di Leucemia Linfatica Cronica tassi età-specifici
Età mediana 72anni; Il 43% dei pazienti ha più di 75 anni
Più colpiti gli uomini delle donne (M:F=2:1)
Nel 10% dei pazienti c’è in famiglia un altro caso di neoplasia a cellule B
In Toscana stimata la diagnosi di circa 250-300 nuovi pazienti/anno
Circa il 20% dei nuovi pazienti necessita trattamento al momento della diagnosi
S O M M A R I O ToscanaMedica7|2016


































































































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