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AMBIENTE E SALUTE 13
rifiuti all’impianto venga considerato “trascura- bile”. Purtroppo gli inceneritori, una volta co- struiti, impediscono l’avvio di una corretta ge- stione dei rifiuti, a cominciare dalla loro riduzio- ne, come indicano le stesse Direttive della UE, perché, come ebbe a scrivere David Kriebel: “una volta che questi costosissimi impianti sono stati costruiti, i gestori necessitano di una fonte continua di rifiuti per alimentarli”. Tutti questi concetti sono dettagliatamente spiegati in una lettera aperta al Presidente Mattarella, sotto- scritta da oltre cento medici e ricercatori e dal Comitato Centrale della FNOMCeO. Realtà esemplari esistono nel nostro paese: in Veneto il Consorzio Contarina, che serve oltre 2 milioni di abitanti, raggiunge raccolta differenziata all’85%, una produzione di rifiuto secco non riciclabile di 55 kg annui per abitante, contro i 346 della media italiana ed un costo medio per abitante/anno di 107 euro contro i 175 della
media italiana. Addirittura a Ponte nelle Alpi il rifiuto secco indifferenziato annuo è di soli 28 Kg/abitante, sono stati creati 10 nuovi posti di lavoro grazie a 400.000 euro risparmiati nei co- sti dello smaltimento e vengono riciclati anche prodotti assorbenti per la persona, con un siste- ma innovativo. In conclusione rinunciare a co- struire inceneritori e ad ampliare l’aeroporto sono le scelte che a nostro avviso andrebbero fatte, in quanto coerenti con la Prevenzione Pri- maria, tanto cara a Lorenzo Tomatis: “la Preven- zione Primaria agisce sulle cause delle malattie, prima che queste si manifestino, riducendo l’e- sposizione delle popolazioni agli agenti tossici e cancerogeni e protegge il ricco come il povero, ma non porta né fama né onori o denari ed è purtroppo negletta ai governi e alle istituzioni”.
TM
Info: patrizia.gentilini@villapacinotti.it
Giuseppe Petrioli, laureato e specializzato in Medicina del Lavoro ed in Igiene e Sanità Pubblica a Firenze.
Ha sempre lavorato
nei servizi pubblici di prevenzione. Dirigente di struttura complessa dal 1993 (medicina
del lavoro) e direttore del Dipartimento di Prevenzione dell’Azienda USL 10 di Firenze dal 2001. Fa parte delle commissioni previste dall’art 12 e dall’articolo 6 del D.L.vo 81/2008.
È molto importante che l’Ordine abbia ri- tenuto opportuno organizzare una riflessione sul tema salute – ambiente con particolare ri- ferimento ai possibili problemi della piana. Sa- rebbe necessario dedicare una analoga iniziativa finalizzata a favorire l’emersione delle malattie professionali, oggi oggetto di una importante sottodiagnosi.
Nel territorio della piana vi sono potenziali fonti di inquinamento (aeroporto, termovaloriz- zatore e traffico) che possono generare giustifi- cate preoccupazioni nei confronti delle quali è indispensabile fornire una comunicazione chia- ra, trasparente, corretta e coordinata tra i diversi Enti che hanno competenza in materia.
Il parere favorevole alla realizzazione del ter- movalorizzatore è stato rilasciato in virtù delle caratteristiche costruttive dell’impianto, delle modalità tecniche di gestione, della conseguen- te previsione di dispersione di inquinanti e del piano di monitoraggio ambientale sulle emissio- ni stesse. Per ulteriore garanzia è stato previsto un piano di sorveglianza sanitaria il cui coordi- namento è stato affidato alla ASL con oneri eco- nomici a carico del realizzatore dell’opera.
Il piano di sorveglianza sanitaria comprende il monitoraggio epidemiologico degli eventuali effetti a breve e lungo termine sulla salute della popolazione ed il biomonitoraggio delle popola-
zioni animali e delle produzioni agroalimentari. Sorveglianza sulla salute della popolazione: verrà confrontato lo stato di salute della popo- lazione nei 10 anni precedenti l’avvio del ter- movalorizzatore con quello degli anni successivi (adistanzadi2,5e10e15anni)conunaat- tenzione agli effetti a breve latenza (esiti ripro- duttivi avversi), a lunga latenza (tumori, malattie respiratorie croniche) ed a quelli influenzati da esposizione cronica e picchi di esposizione (rico-
veri ospedalieri e malattie coronariche).
Biomonitoraggio delle popolazioni animali e delle produzioni agroalimentari: poiché è possi- bile che gli inquinanti si depositino e accumu- lino nel suolo per passare successivamente nei vegetali e negli animali da reddito e nelle produ- zioni derivate (carne, latte e uova) il biomonito- raggio può consentire di rilevare precocemente concentrazioni anche molto basse in maniera continuativa nel tempo e nello spazio con costi contenuti, valutando anche effetti sinergici di contaminanti diversi.
Per condurre tale studio è indispensabile di- sporre di un “bianco”, effettuando le analisi pri- ma dell’avvio del termovalorizzatore. Lo studio interesserà il terreno nel raggio di 3 km, preve- dendo analisi anche su un’area di controllo per una durata di 5 anni ed interesserà 7 aziende che allevano ovini e 10 aziende agricole. Le ma-
GIUSEPPE PETRIOLI
Procedere con giudizio
e monitorare attentamente
S O M M A R I O ToscanaMedica5|2016

