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14 AMBIENTE E SALUTE
trici studiate sono suolo, latte ovino, vegetali a foglia larga, acqua di abbeverata e irrigazione, sangue e siero ovino di femmine adulte.
Per quanto attiene il nuovo aeroporto, le notizie fino ad oggi disponibili sono molto me- no dettagliate in quanto non è stato ancora presentato un progetto esecutivo ma un master plan nei confronti del quale è stato espresso dalla Regione (delibera 1168 del 30/11/2015) un parere favorevole con la richiesta di alcu- ne misure mitigative (potenziamento sistema tramviario e ferroviario, realizzazione terza corsia Firenze – Pistoia, potenziamento attività agricole e di piantumazione, redazione di una valutazione di impatto sanitario che tenga con- to di termovalorizzatore ed adeguamento au- tostradale). In particolare la ASL ha preso atto
che il potenziamento dell’aeroporto si inserisce in una area che già presenta criticità ambientali ed ha richiesto alcuni approfondimenti quali in particolare la valutazione degli effetti sul terri- torio pratese, gli effetti del rumore notturno, l’impatto del rumore sui recettori sensibili vici- ni, la valutazione di tutte le sostanze classifica- te come potenziali cancerogeni da IARC. Una valutazione più completa potrà essere espressa una volta disponibile il progetto esecutivo con la precisa indicazione del traffico aereo previ- sto, non essendo ovviamente l’impatto ambien- tale legato alle caratteristiche della pista ma al numero, tipologia e tragitto degli aerei in atter- raggio e decollo. TM
Info: g.petrioli@uslcentro.toscana.it G. MARCHESE, L. TIRACORRENDO*, M.G. SANTINI*, G. GAROFALO*
Condutture di acqua potabile in cemento-amianto. È davvero un rischio?
Gaetano Marchese, Dirigente Medico, specialista in Igiene e Med. Preventiva, Sanità Pubblica e Igiene del Lavoro. Dal 1986 lavora in Sanità Pubblica e
dal 1995 presso l’AUSL 10 di FI, è referente di Igiene dell’Abitato e Prevenzione dei Rischi Sanitari di origine Ambientale, occupandosi in particolare della valutazione dei rischi negli ambienti di vita indoor e outdoor da agenti fisici e chimici.
Le principali agenzie internazionali (IARC- OMS, EPA-USA e la CCT Nazionale) classificano l’amianto (o asbesto) come sicuro cancerogeno per l’uomo.
Mentre tale pericolo è accertato per espo- sizioni inalatorie, per le quali viene stabilito un rischio calcolato, non è ancora accertato il pe- ricolo per altre esposizioni, come quella per in- gestione.
In Italia, e nel mondo, nei decenni pregres- si è stato ampiamente impiegato il cemento- amianto (CA) come materiale per le condutture di trasporto dell’acqua potabile, tanto che tut- tora ne esistono e sono in funzione per migliaia di chilometri, così come lo stesso CA è stato im- piegato per i contenitori di acqua potabile nelle case.
Quindi si pone il problema se l’acqua così contenuta e/o condottata possa contenere fibre di amianto, e se dette fibre possano esplicare la loro potenzialità cancerogena anche attraverso l’ingestione.
A riguardo esistono una grande quantità di studi, i quali però non hanno portato ancora ad una valutazione definitiva e univoca del pro- blema.
Studi eseguiti negli scorsi decenni negli USA,
in Canada ed in alcuni Paesi nord europei su acque potabili condottate da tubature in CA hanno evidenziato in alcuni casi la presenza di fibre di amianto in concentrazioni variabili da < 1 Milione-fibre-litro (MFL) a > 1MFL.
L’Istituto Superiore di Sanità - ISS in collaborazione con 7 Regioni, pur evidenzian- do che il fenomeno della contaminazione da amianto delle acqua potabili esiste anche in Italia, mostrano che esso ha dimensioni assai inferiori di quelle osservate negli USA e in Ca- nada.
Un’indagine condotta da ARPAT, Labora- torio chimica clinica Università di Firenze e Ac- quedotto di Firenze (oggi Publiacqua) negli anni 1995-96, sulla presenza di fibre di amianto nel- le acque potabili condottate, interessanti il 48% dei Comuni toscani e riguardante il 61% del territorio regionale, ha evidenziato la presenza di fibre nel 24% dei campioni, in concentrazio- ni che non superano mai le 38.000 fibre/litro, ma per la gran parte a concentrazioni inferiori al limite di rilevabilità (che è di 1600 f/l), e co- munque di alcuni ordini di grandezza inferiori a quelle rilevate negli studi condotti in USA e Canada.
* Ufc Igiene e Sanità Pubblica e della Nutrizione Asl 10 Firenze
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