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42 RICERCA E CLINICA
ed in Italia la SIOMMMS-SIR ha elaborato un adattamento dell’algoritmo conosciuto come DeFRA (www.defra-osteoporosi.it) che, calibra- to sulla popolazione italiana, permette di calco- lare il rischio percentuale a 10 anni di incorrere in fratture osteoporotiche maggiori (femorali, vertebrali, omerali, radiali).
Il DeFRA consente l’inserimento di dati più particolareggiati (es. numero e sede fratture da fragilità, numero sigarette e unità alcoliche consumate, dose media steroidi e patologie secondarie) e permette di inserire la BMD mi- surata a livello lombare e femorale, nonché alcuni parametri osteosonografici. L’utilizzo di questo algoritmo permette la stratificazione dei pazienti che verranno seguiti dal medico di medicina generale se risultati a rischio basso/ medio o dallo specialista del metabolismo mi- nerale ed osseo se risultati a rischio alto/molto alto, nel rispetto anche delle risorse ad oggi disponibili.
Conclusioni
Il numero delle fratture osteoporotiche è in costante aumento ed è necessario individuare
con accuratezza le persone ad elevato rischio per attivare tempestivamente il percorso assi- stenziale più appropriato per il soggetto e con un ragionevole rapporto costo/benefici.
Il medico di famiglia, che per definizione è il primo professionista della salute a cui il cittadi- no può liberamente rivolgersi per discutere un suo problema di salute e la cui organizzazione capillare prevede un facile accesso senza costi aggiuntivi sia di risorse che di tempo, ha il com- pito di prendersi carico di alcune problematiche legate all’Osteoporosi. I motivi per cui deve as- solvere questi compiti sono così sintetizzabili: 1) Aumento del rischio di fratture e dell’inci- denza delle fratture e delle ri-fratture; 2) Gravità della patologia fratturativa sulla sopravvivenza e sulla autonomia personale, 3) Possibilità di pre- venzione, 4) Possibilità di diagnosi, 5) Possibilità di terapia, 6) Necessità di follow up, 7) Massima attenzione all’aderenza e alla persistenza del pa- ziente nell’impegno terapeutico e preventivo nei confronti dell’osteoporosi e della sua grave com- plicazione che è la frattura. Un’ultima riflessione riguarda l’organizzazione della necessaria verifica della qualità del processo di prevenzione e cura: il
percorso di integrazione e continuità ospe- dale e territorio è un modello individuato da un gruppo multidisciplinare e multiprofessionale che deve essere messo in pratica per verificarne gli esiti, attraverso l’individuazione di indicatori e standard da monitorare nel tempo: tutto questo nell’ottica del miglioramento continuo delle cure.
TM
Info: guido@centromedicoagliana191.it Toscana Medica 3|2016
Il Protocollo è stato elaborato dai se- guenti professionisti afferenti a UF/UO ospedaliere e territoriali dell’ASL3 di Pistoia: G. Pastacaldi, F. Giuntoli, M. Nardi, M. Negro, R. Lari, R. Giannechini, P. Pacini, F. Niccolai, C. Biagini, A. Natali, M. Giusti, G. Panigada, I. Lucchesi, D. Belliti, F. De Gior- gio, B. Micheli, C. Minari, G. Maffei, M. Valori, P. Florio, F. Fimiani, N. Mochi, M. Cimoroni, PD. Marini, L. Restano Magazzini, A. Armento.


































































































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