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QUALITÀ E PROFESSIONE 13
PIERO SALVADORI
La frequenza dell’inappropriatezza, ovvero l’appropriatezza per decreto
Questa inappropriatezza ci costa più di 1 €/abitante/anno. Possiamo permettercelo?
Il Decreto appropriatezza è stato criticato per l’aspetto sanzionatorio. Una analisi delle ripetizioni di alcuni esami di laboratorio e di diagnostica per immagini evidenzia una inappropriatezza ge- nerale del 5% che genera un costo pro capite annuo di 1 euro, di cui i 3⁄4 vanno ascritti alla prescrizione da parte degli specialisti ambulatoriali e ospedalieri. Possiamo correggere il sistema.
Parole chiave: appropriatezza, frequenza, ripetizione, specialisti, medici di medicina generale
Il 20 gennaio 2016 è stato pubblicato sul- la Gazzetta Ufficiale Italiana il Decreto 9.12.15 Condizioni di erogabilità e indicazioni di appro- priatezza prescrittiva delle prestazioni di assisten- za ambulatoriale erogabili nell’ambito del Servizio sanitario nazionale. Esso riguarda alcune presta- zioni specialistiche riferentesi alle branche: Odon- toiatria, Genetica, Radiologia diagnostica, Esami di laboratorio, Dermatologia allergologica, Medi- cina nucleare. Esso ha comportato uno strascico di polemiche legate alla sanzionabilità di compor- tamenti prescrittivi inappropriati.
In effetti dalle ultime evidenze, mentre la spe- sa pro-capite, pesata per età, per ciascun assistito si aggira per la farmaceutica territoriale intorno a 140 € /assistito/anno (con ovviamente la variabi- lità geografica) la spesa per gli accertamenti spe- cialistici (visite + esami diagnostici) arriva a 195 €/ assistito/anno, + 29% rispetto alla farmaceutica.
Ovvio che gli occhi dei manager si posi- no anche su tali numeri, anche in ambito di spending review.
Pur con tutte le cautele del caso e le perples- sità sulla opportunità e fattibilità delle sanzioni ai prescrittori, risulterebbe quanto mai utile porre l’attenzione almeno su alcune tipologie di pre- scrizioni, anche prescindendo dal valore dell’esa- me o dal risultato della visita. Scorrendo infatti la frequenza di ripetizione di certi esami nell’anno, francamente, qualche perplessità sulla alta fre- quenza di ripetizione (anche ammettendo valori “patologici”) si pone.
Infatti, con le dovute cautele, possiamo ana-
lizzare la frequenza con la quale in un anno alcu- ni cittadini ripetono alcuni esami del sangue ed altri a carattere diagnostico. Ad esempio c’è da chiedersi se per il colesterolo o i trigliceridi anche se con valori ritenuti patologici risulti appropriato ripeterli con cadenza estremamente ravvicinata e cioè mensile/settimanale. Lo stesso dicasi per il PSA ripetuto mensilmente o il sangue occul- to fecale, più volte all’anno, quando l’American Cancer Society e tutte le altre Società Scientifiche del settore consigliano di eseguirlo una sola volta/ anno. Lo stesso dicasi per il dosaggio dell’INR, ad esempio per il monitoraggio della terapia anti- coagulante, che una volta a regime e stabilizzata, non sembra appropriato avere una frequenza di esecuzione superiore alle 18-20/anno. Idem per altri esami anche strumentali, quali ad esempio la RMN al ginocchio effettuata non in occasione di traumi o pre-operatoria a persone ultrasessanta- cinquenni.
A seguito di queste riflessioni, stimolate anche dal citato decreto “appropriatezza”, è possibile stimare i costi che nella nostra regione possono essere ascritti ad una eccessiva frequenza di ripe- tizione di alcuni esami. Ovviamente il tutto sen- za nessun intento persecutorio nei confronti dei prescrittori, ma al solo fine di testimoniare ed in seguito correggere abitudini prescrittorie talvolta discutibili e “border-line”, talaltra veramente fuori da qualsiasi logica e linea guida clinica.
Con le premesse di cui sopra, si è messa a punto la tabella che segue, attingendo dagli ar- chivi della ex AUSL di Empoli, stimando i possibili
Piero Salvadori,
AUSL Centro Toscana, medico di comunità presso AUSL Centro Toscana, Empoli, dove dirige dal 1999 la UOC Organizzazione Servizi Sanitari Territoriali. Specializzato in oncologia presso l’Università di Genova nel 1987, specializzato in igiene e sanità pubblica presso l’Università
di Firenze nel 1991. Dirigente settore Servizi alla Persona sul Territorio, Regione Toscana 2012/13
S O M M A R I O
ToscanaMedica10|2016

