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14 QUALITÀ E PROFESSIONE
CANIO MARTINELLI, PAOLA CORSI1, ANTONIO CAROCCI1
Vaccini preventivi per le infezioni da HPV
I papilloma virus umani (Human Papillomavirus, HPV) sono virus a DNA di dimensioni re- lativamente piccole che sono capaci di infettare la cute, l’epitelio della mucosa ano-genitale e orofaringea dell’uomo. In riferimento alla manifestazione clinica, il condiloma genitale o verruca genitale esterna (EGW) è conseguenziale all’infezione da tipi virali a basso rischio oncogeno (tipi 6 e 11). Un’alta percentuale dei carcinomi cervicali contiene l’oncogeno HPV 16 e gli altri sierotipi virali ad alto rischio sono il 18, 31, 33, 35, 39, 45, 51, 52, 56, 58, 59, 68, 73, isolati da lesioni neoplastiche maligne dell’area anogenitale. Un importante sviluppo per quanto riguarda la prevenzione dell’infezione da HPV è stata la disponibilità di vaccini. Questi hanno un’efficacia protettiva dal 93 al 100% contro la comparsa di lesioni displastiche indotte dai genotipi presenti nei vaccini e contro le lesioni di grado 2 o > di 2 a livello del collo, della vulva e della vagina delle giovani donne arruolate. Questi studi, inoltre, hanno evidenziato che i vaccini sono molto efficaci se somministrati prima che ci sia un’infezione da HPV e quindi prima del “debutto” dell’attività sessuale. La letteratura scientifica, inoltre, riporta molti dati favorevoli alla vaccinazione nei ma- schi. L’OMS riconosce l’importanza del cancro cervicale e le altre malattie HPV-correlate come problemi di salute pubblica globale e ribadisce la sua raccomandazione di introdurre il vaccino HPV nei programmi di immunizzazione nazionale.
Introduzione
I papilloma virus umani (Human Papillomavirus, HPV) appartengono alla famiglia Papillomaviridae e sono virus a DNA di dimensione relativamente piccole che sono capaci di infettare la cute, l’e- pitelio della mucosa ano-genitale e orofaringea dell’uomo. Sono virus a DNA a struttura circolare di dimensione relativamente piccole, presenta- no un genoma costituito da una doppia elica di DNA circolare della lunghezza di circa 7,9 paia di kilobasi. I geni vengono distinti in quelli che si esprimono nella fase precoce del ciclo replicati- vo, denominati E (early) che codificano proteine non strutturali con varie funzioni regolatrici, i geni che codificano le proteine strutturali e che sono espresse tardivamente nel ciclo replicativo deno- minati L (late) ed infine è presente una regione LCR (Long Control Region) contenente sequenze che regolano la trascrizione genica. È stata iden- tificata un’ampia eterogeneità di HPV, con più di 190 sierotipi che si differenziano tra loro sia per il grado di infettività che di potenzialità oncogene oltre che essere differenti per quanto riguarda i caratteri antigenici, la diversità di proteine struttu- rali ed il tropismo tessutale. Gli HPV sono stretta- mente epiteliotropi con alcuni tipi che presentano un particolare tropismo per l’epitelio cheratiniz- zato e sono gli agenti eziologici dei vari tipi di verruche cutanee e di una particolare condizione, l’epidermodisplasia verruciforme (diffusione delle verruche su tutto il corpo). Altri tipi di HPV, invece, tendono ad infettare l’epitelio scarsamente che-
ratinizzato e umido delle mucose e sono stati ri- scontrati nei carcinomi della regione anogenitale, dei papillomi della mucosa orale, dei seni nasali, della laringe. In riferimento alla manifestazione clinica, il condiloma genitale o verruca genitale esterna (EGW) è conseguenziale all’infezione da tipi virali a basso rischio oncogeno (tipi 6 e 11). Un’alta percentuale dei carcinomi cervicali contie- ne l’oncogeno HPV 16 e gli altri sierotipi virali ad alto rischio sono il 18, 31, 33, 35, 39, 45, 51, 52, 56, 58, 59, 68, 73, isolati da lesioni neoplastiche maligne dell’area anogenitale. L’HPV attraversa più facilmente la superficie epiteliale se è abrasa da un trauma o se sono presenti delle microabra- sioni, arriva allo strato basale dell’epitelio e deter- mina molto comunemente un’infezione subclini- ca o latente. L’infezione clinicamente manifesta rappresenta solo la punta dell’iceberg. Nei casi di infezione persistente con i tipi ad alto rischio, l’integrazione del DNA virale HPV avviene nel pe- riodo tardivo dell’infezione ed assicura il persistere dell’espressione di oncoproteine E6 e E7 che for- mano dei complessi con le proteine di inibizione espresse dall’ospite inattivandole ed alterando il controllo del ciclo cellulare. L’instabilità genetica derivata può determinare un ulteriore danneggia- mento da parte di HPV e con addizionali cofat- tori delle cellule epiteliali della mucosa si osserva in funzione della severità crescente della lesione, dopo mesi o anni delle lesioni precancerose, di- splasie o CIN (cervical intraepithelial neoplasia) di grado 1 -2 e 3. L’infezione da HPV a basso rischio,
ToscanaMedica8|2016
S O M M A R I O
Canio Martinelli, Responsabile Ambulatorio Infezioni Sessualmente Trasmesse, SOD Malattie Infettive e Topicali (Dir. A. Bartoloni) Azienda Ospedaliero - Universitaria, Careggi
1 Dirigente Medico I livello, specializzato in Malattie Infettive e Tropicali.
SOD Malattie Infettive e Tropicali, AOU Careggi.

