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OPINIONI A CONFRONTO 9
Un altro aspetto a mio parere di fondamenta- le importanza è poi l’educazione sanitaria dei pazienti. Oggi nessuno vuole più aspettare il decorso naturale di condizioni come il raffred- dore o la bronchite ed immediatamente tutti, in particolare i genitori di pazienti pediatrici, richiedono l’antibiotico, in questo purtroppo assecondati da alcuni medici che finiscono così per potenziare sempre di più il deleterio effet- to della cosiddetta “prescrizione indotta”.
DE GAUDIO - Il problema della scarsa appro- priatezza terapeutica in campo infettivologico, i rianimatori lo vivono quotidianamente quando si trovano a dovere gestire malati provenienti dal territorio affetti, per esempio, da insufficienza respiratoria acuta in corso di broncopolmonite da Stafilococco meticillino resistente, acquisito in comunità. Questa condizione clinica fino a 10 anni fa era molto rara e la meticillino resistenza veniva attribuita ad uno stato infettivo contrat- to ed aggravatosi esclusivamente in ospedale. Lo stesso discorso può essere fatto anche per la Klebsiella pneumoniae, germe divenuto multire- sistente e causa di gravi complicanze in moltissi- me Terapie Intensive.
VANNUCCI - La scarsa appropriatezza prescrit- tiva in campo infettivologico nel nostro Paese si associa anche ad un panorama di molecole disponibili sostanzialmente immutato ormai da tanti anni, che solo in questo ultimo periodo sta dimostrando qualche interessante novità.
Dal punto di vista della farmacoeconomia è poi interessante notare che, nonostante il costo degli agenti antiinfettivi risulti ancora oggi piut- tosto elevato, la pressione dei controlli e gli inviti alla correttezza delle prescrizioni da parte delle Autorità di controllo, vanno sostanzialmente ad indirizzarsi verso altre classi di farmaci.
Una buona notizia a mio parere in questo campo è rappresentata dalla presenza di un vero e proprio Piano nazionale di prevenzione per il periodo 2014 - 2018 basato su quattro punti principali: miglioramento dei meccani- smi di sorveglianza delle patologie infettive, monitoraggio del consumo degli antibiotici (attività che per la prima volta rientra a pie- no titolo nel sistema dei LEA), organizzazione tramite manifestazioni di consenso di appositi protocolli di stewardship antibiotica, potenzia- mento delle attività di formazione nel campo della patologia infettiva e delle sue terapie. I primi risultati positivi di questo impegno ini- ziano a farsi vedere proprio in questi mesi.
BARTOLONI - Anche a mio parere la “stewardship antimicrobica”, nella cui organizza- zione includerei anche il farmacista ed il farma- cologo, appare di fondamentale importanza, in primo luogo nell’interesse del paziente e anche
per questioni di carattere puramente economico. Nel caso di un’infezione da germi multiresistenti se non viene somministrato precocemente il far- maco appropriato è evidente che le conseguenze possano essere potenzialmente fatali per il pa- ziente. Inoltre deve essere considerato il costo derivato da trattamenti inutili, procedure dia- gnostiche strumentali e microbiologiche, e allun- gamento della degenza. Comunque nell’ottica di limitare al massimo la diffusione delle resistenze, un campo sul quale a mio parere è necessario garantire un grande sforzo è quello del controllo delle infezioni, sia in ospedale che sul territorio. Certamente operare in questo senso rappresenta un dovere etico per il personale sanitario a livello territoriale, inoltre, bisogna che i medici svolga- no una corretta educazione sanitaria a pazienti e familiari per aumentare le conoscenze sui rischi di trasmissione di infezioni e indirizzare i comporta- menti verso il contenimento del problema.
TOSCANA MEDICA - Ma gli antibiotici quan- to incidono sul consumo totale di tutti i far- maci?
BARTOLONI - Uno studio condotto nel 2012 su 43 ospedali della Toscana ha descritto una prevalenza di utilizzo di antibiotici pari al 47%, con il maggior utilizzo registrato nei reparti di Terapia Intensiva, Geriatria e Chirurgia.
MENICHETTI - A Pisa la terapia anti infettiva grava più o meno per il 25% sulla spesa far- maceutica complessiva, percentuale equamen- te divisa tra i farmaci antiretrovirali e farmaci antibatterici ed anti fungini, attestandosi circa sui 7-8 milioni di Euro all’anno.
GALLI - In campo pediatrico i dati dei quali di- sponiamo provengono per lo più da un grosso progetto europeo (al quale il “Meyer” partecipa) denominato ARPEC, cioè Antibiotic Resistance and Prescribing in European Children, che mi- ra a valutare sia l’antibioticoresistenza che le prescrizioni di farmaci antiinfettivi in ospedale e sul territorio in molti Paesi europei. I risultati di questo studio evidenziano che in Italia l’84% dei bambini sotto i due anni di vita, fascia di età in cui la stragrande maggioranza delle infezioni sono di origine virale, ha ricevuto almeno una volta un antibiotico; che sempre nel nostro Paese la prescrizione di antibiotici ai bambini è 4 volte superiore a quella del Regno Unito e 6 volte a quella dell’Olanda; che l’antibiotico preferito dai pediatri italiani è l’amoxicillina-clavulanato anche se le maggiori linee - guida suggeriscono che la semplice amoxicillina non protetta è in grado di contrastare la massima parte delle più comuni condizioni.
A livello ospedaliero è stato poi riscontrato un larghissimo impiego di antibiotici in profi-
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